23/08/2021, 11.00
MYANMAR
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Yangon: la giunta sequestra le radio per silenziare le trasmissioni del governo ombra

L'esecutivo alternativo sostenuto dall'opposizione ha avviato la prima trasmissione il 20 agosto, ma i militari stanno limitando l'accesso alle informazioni anti-giunta. Dal primo febbraio il Tatmadaw ha ucciso più di 1000 persone. Le violenze possono essere considerate crimini contro l'umanità. A causa del Covid-19 la gente muore sui gradini degli ospedali che non ammettono più pazienti.

Yangon (AsiaNews/Agenzie) - La giunta militare del Myanmar sta confiscando tutte le radio e ne sta limitando l’importazione dopo che il governo ombra ha creato un proprio canale radio. Alcuni membri della Lega nazionale per la democrazia (il partito di Aung San Suu Kyi estromesso con il colpo di Stato del primo febbraio) che hanno dato vita al Governo di unità nazionale il 20 agosto hanno lanciato la loro prima trasmissione, che ora andrà in onda ogni giorno per 30 minuti alle otto del mattino e alle otto di sera. 

Diversi testimoni hanno visto le truppe del regime svaligiare i negozi di elettronica in un centro commerciale di Yangon per ritirare tutte le radio. Secondo alcune fonti del sito indipendente The Irrawaddy la polizia e i capi villaggio saranno incaricati di sequestrare gli apparati elettronici ai cittadini. Ad aprile il Tatmadaw (l’esercito birmano) aveva confiscato le antenne satellitari per limitare l’accesso della popolazione alle notizie indipendenti e anti-giunta.

Intanto secondo l’Assistance Association for Political Prisoners (Aapp), le persone uccise dal regime a partire dal primo febbraio sono più di 1000. “Abbiamo visto come ci sia stata un’escalation in termini di attacchi violenti e arbitrari da parte della giunta militare” si legge in un comunicato dell’Aapp. “All'inizio i militari hanno usato proiettili di gomma e gas lacrimogeni. Quando questo non ha prodotto la desiderata sottomissione al loro comando dittatoriale, a marzo è iniziata una campagna di terrore”. Più di 7.400 persone sono state arrestate dal Tatmadaw e almeno 106 sono morte per le torture inferte dai soldati. 

Secondo l’ultimo rapporto di Human Rights Watch, le violenze dell’esercito birmano perpetrate contro la popolazione negli ultimi sei mesi equivalgono a crimini contro l’umanità. Detenzioni arbitrarie, sparizioni forzate, stupri e altre violenze sessuali, torture e gravi privazioni della libertà: non sono violenze generiche inflitte dai singoli soldati, ma azioni commesse consapevolmente da un’organizzazione statale in maniera sistematica e diffusa contro i civili. 

Nel frattempo nel Paese imperversa la terza ondata di Covid-19. Secondo gli esperti sanitari del Myanmar, entro le prossime due settimane almeno la metà dei 55 milioni di abitanti sarà stata infettata con la variante alpha o delta. La popolazione potrebbe ridursi sensibilmente a causa della pandemia, avvertono altre stime. Secondo quanto ha scritto Mary Callahan, docente della Henry Jackson School of International Studies che ha lavorato in Myanmar per oltre 30 anni “alcuni degli infetti da Covid muoiono sui gradini di fronte agli ospedali che li rifiutano. Senza dubbio non vengono testati: hanno certificati che probabilmente recitano ‘polmonite’ come causa di morte”. Secondo le poche testimonianze che giungono dal Paese, la popolazione non riesce ad accaparrarsi l’ossigeno concentrato, che resta nelle mani dei militari.

I dati ufficiali del governo nell’ultima settimana riportano poco più di 2mila casi al giorno.

 

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