Yunus, la marcia verso le elezioni e la crisi irrisolta a Dhaka
Il principale partito di opposizione - ma anche l'esercito e la comunità internazionale - chiedono al capo del governo ad interim una "tabella di marcia precisa" per poter tenere le elezioni a dicembre. Dopo aver ventilato le dimissioni, in un Paese ancora in profonda crisi, Yunus vedrà nelle prossime ore tutte le forze politiche in quello che si annuncia come un passaggio cruciale per il dopo-Hasina.
Dhaka (AsiaNews) - Il maggiore partito di opposizione del Bangladesh, il Bangladesh Nationalist Party (BNP), insieme ad altri gruppi politici, sta intensificando la richiesta di elezioni generali entro dicembre 2025, citando un peggioramento della crisi di ordine pubblico, l’instabilità economica e il crescente malcontento popolare. La richiesta coincide con un raro intervento del capo dell’esercito, il generale Waker-Uz-Zaman, che ha esortato a elezioni rapide per ristabilire la stabilità, e con la crescente pressione internazionale per una chiara tabella di marcia verso l’appuntamento elettorale.
Il BNP ha criticato il governo ad interim per aver dato priorità a decisioni politiche controverse piuttosto che ai preparativi elettorali. Il segretario generale Mirza Fakhrul Islam Alamgir ha sottolineato che l’annuncio di una “tabella di marcia elettorale con scadenze precise” è “l’unica soluzione” per risolvere l’impasse politica, dopo una sentenza della corte riguardante il controverso insediamento del sindaco di Dhaka Sud, Ishraq Hossain.
Khandaker Mosharraf Hossain, membro del comitato permanente del BNP, ha avvertito che il partito potrebbe ritirare la cooperazione in caso di ritardo nelle elezioni, segnalando possibili proteste di piazza. In questo contesto, le fazioni rivali che propongono un voto posticipato rischiano di approfondire la polarizzazione politica, destabilizzando ulteriormente la nazione.
Il Bangladesh sta affrontando una duplice sfida: un settore industriale al collasso con il calo degli investimenti esteri e una criminalità dilagante. Oltre 4mila armi da fuoco sono state saccheggiate dopo il 5 agosto 2024, in seguito a scontri che hanno ostacolato l’applicazione della legge. L’esercito, schierato per frenare la violenza, ha ricevuto critiche nonostante le perdite subite in servizio. Il generale Waker-Uz-Zaman ha ribadito il ruolo temporaneo dei militari, sottolineando che soluzioni durature richiedono un governo eletto.
In un discorso tenuto il 21 maggio, il generale Waker-Uz-Zaman ha chiesto elezioni a dicembre, in linea con il suo precedente appello a votazioni entro 18 mesi dall’insediamento del governo ad interim. Si è anche opposto a decisioni su questioni strategiche come i progetti infrastrutturali gestiti da enti esteri, insistendo che tali politiche richiedono consenso politico e un mandato degli elettori.
Il governo ad interim, guidato dal consigliere capo Muhammad Yunus - premio Nobel per la pace 2006 e fondatore della Grameen Bank - è sotto esame anche dall’esterno. Quarantuno parlamentari australiani hanno recentemente esortato Yunus a impegnarsi per “elezioni neutrali, monitorate a livello internazionale”, avvertendo che i ritardi rischiano di erodere la democrazia. Anche per questo Yunus nelle ultime ore ha minacciato le dimissioni e dovrebbe incontrare nelle prossime ore tutte le forze politiche.
Con Dhaka immersa in proteste quotidiane e un blocco politico delle decisioni, gli analisti avvertono che un’incertezza prolungata potrebbe aggravare il crollo economico. Gli sforzi di mobilitazione del BNP e la riluttanza dell’esercito a prolungare il proprio ruolo di mantenimento della pace sottolineano l’urgenza di una soluzione.
Con l’aumento della pressione interna e internazionale, la risposta del governo ad interim alle richieste elettorali determinerà se il Bangladesh riuscirà a navigare verso la stabilità o verso una crisi più profonda. Le prossime settimane saranno dunque decisive per definire il percorso democratico del Paese.
21/03/2023 11:56