16/04/2021, 12.46
VATICANO - ISLAM
Invia ad un amico

​Vaticano: messaggio per Ramadan, cristiani e musulmani testimoni di speranza

Ciò di cui abbiamo davvero più bisogno di questi tempi di sofferenza e di ansia, è la speranza. Essa va oltre l’umano ottimismo, in quanto “è radicata in un qualcosa di religioso: Dio ci ama e perciò si prende cura di noi con la sua Provvidenza”.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Si intitola “Cristiani e musulmani: testimoni di speranza” il messaggio che anche quest’anno il Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso ha inviato ai musulmani in occasione del Ramadan e per la festa di Id al Fitr, la “festa della interruzione” del digiuno che segna la fine del mese sacro.

Nel documento, a firma del presidente del Pontificio consiglio, card. Miguel Ángel Ayuso Guixot, M.C.C.J, e del segretario del medesimo dicastero, mons. Indunil Kodithuwakku Janakaratne Kankanamalage, si evidenzia il significato che la speranza ha per i credenti, cioè il suo essere fondata sulla “convinzione che problemi e prove abbiano un senso, un valore e uno scopo, per quanto da parte nostra sia difficile o impossibile capirne la ragione o trovare una via d’uscita”.

“Nel corso di questi lunghi mesi di sofferenza, ansia e dolore, specialmente nei periodi di lockdown – si legge nel messaggio - abbiamo percepito il bisogno di assistenza divina, e di espressioni e gesti di solidarietà fraterna, come una telefonata, un messaggio di sostegno e di conforto, una preghiera, un aiuto per acquistare medicine o cibo, un consiglio, e in parole semplici, la sicurezza di sapere che accanto a noi ci sia qualcuno nel momento del bisogno. L’assistenza divina, necessaria e ricercata soprattutto in circostanze come quelle attuali della pandemia, è molteplice: misericordia divina, perdono, provvidenza e altri doni spirituali e materiali”.

“Eppure, ciò di cui abbiamo davvero più bisogno di questi tempi, è la speranza”. Essa va oltre l’umano ottimismo, in quanto “è radicata in un qualcosa di religioso: Dio ci ama e perciò si prende cura di noi con la sua Provvidenza, attraverso le sue vie misteriose, che non sono sempre comprensibili da parte nostra”.

“La speranza porta con sé la convinzione della bontà presente nel cuore di ogni persona. Spesso, in situazioni di difficoltà o disperazione, l’aiuto e la speranza che esso porta con sé, arrivano da dove meno ce lo aspetteremmo. La fraternità umana, con le sue numerose manifestazioni, diventa così sorgente di speranza per tutti, specialmente per tutti i bisognosi. Ringraziamo Dio nostro Creatore, e anche uomini e donne nostri compagni, per la risposta pronta e la generosa solidarietà manifestata da credenti e persone di buona volontà senza affiliazione religiosa, in tempi di disastri, sia naturali sia causati dall’uomo, come conflitti e guerre. A noi credenti, tutte queste persone e la loro bontà ricordano che lo spirito della fraternità è universale e trascende tutte le frontiere etniche, religiose, sociali ed economiche. Adottando questo spirito, imitiamo Dio che guarda con benevolenza l’umanità che ha creato, tutte le altre creature e l’intero universo”. Di qui nasce la crescente attenzione alla “casa comune” della quale parla papa Francesco.

“Siamo pure coscienti – prosegue il documento - che esistono fattori avversi alla speranza: la mancanza di fede nell’amore e nella cura di Dio; la perdita di fiducia nei nostri fratelli e sorelle; il pessimismo; la disperazione e il suo opposto infondato, la presunzione; generalizzazioni ingiuste basate sulle proprie esperienze negative; e così via. Ci si deve opporre efficacemente a questi pensieri, atteggiamenti e reazioni nocivi, per rafforzare la speranza in Dio e la fiducia in tutti i nostri fratelli e sorelle”.

Nella enciclica Fratelli tutti, Francesco parla spesso della speranza come “di una sete, di un’aspirazione, di un anelito di pienezza, di vita realizzata, di un misurarsi con ciò che è grande, con ciò che riempie il cuore ed eleva lo spirito verso cose grandi, come la verità, la bontà e la bellezza, la giustizia e l’amore…”.

“Noi – conclude il messaggio - cristiani e musulmani, siamo chiamati a essere portatori di speranza per la vita presente e futura, e testimoni, costruttori e riparatori di questa speranza specialmente per coloro che vivono difficoltà e disperazione”.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Da cristiani e induisti un clima positivo e di speranza durante e oltre la pandemia
06/11/2020 12:42
Il risultato scontato del referendum. Padre Lev e la Provvidenza
02/07/2020 07:54
Papa: una Provvidenza col tempo illumina di significato anche il dolore che ci ha colpiti
01/12/2021 10:52
Papa: dobbiamo impare ad affidarci di più alla Provvidenza, alla volontà di Dio
01/02/2012
Papa: la fede nella Provvidenza non è fatalismo e non libera dalla necessità di impegnarsi
27/02/2011


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”