Il riferimento è alla “tragedia nazionale” che ha coinvolto soprattutto le donne cinesi-indonesiane e conclusa con le dimissioni dell’allora presidente Suharto. Per Fadli Zon le accuse di violenza sessuale non sono “comprovate”. Proteste in patria e all’estero. La Commissione ricorda i risultati dell’inchiesta, che sono “documenti ufficiali” dello Stato.
Rivisto il sistema "K to 12" con l'adozione nell'ultimo biennio di due percorsi differenziati per chi punta all'università e l'istruzione tecnico-professionale per l'accesso al lavoro. Ma i critici ricordano le gravi carenze di strutture e il fatto che la spesa per l'istruzione sia ferma al 3,6% del Pil, un punto sotto quanto raccomandato dall'Unesco.
La figlia di Sumi Begum è morta dopo soli quattro giorni dalla nascita anticipata. Nel Paese ogni anno sono 600mila i bambini prematuri, con una quota rispetto al numero totale dei parti che è la più alta al mondo. La Bangladesh Medical University ha discusso del tema con Save the Children. Formazione della famiglia, migliori servizi e sensibilizzazione gli interventi proposti.
La repubblica autonoma che si estende nella parte più occidentale dell'Uzbekistan è stata al centro di un forum nazionale degli investitori. I giacimenti di gas naturale, un clima adatto alla produzione di energia eolica, le ottime prospettive per la produzione agricola e la posizione affacciata verso l'Europa e il Medio Oriente fanno scommettere autorità locali e analisti finanziari su una crescita annua del 6%.
Proprio mentre l'attacco di Israele mette al centro l'atomica iraniana il nuovo rapporto dello Stockholm International Peace Research Institute rivela l'aumento e l'ammodernamento di tutti gli arsenali nucleari mondiali. Cina, India, Pakistan e Corea del Nord hanno programmi in espansione, mentre Russia e Stati Uniti si avvicinano alla scadenza degli accordi per limitare il numero di testate strategiche. Gli esperti: "Le armi nucleari oggi non impediscono i conflitti. Al contrario, comportano immensi rischi di escalation".
I giudici di secondo grado confermano la sentenza dell’Alta corte che aveva bocciato in precedenza la richiesta. La legge sull’identità consente la modifica del nome, ma non il ritorno a quello originario per questioni di ordine pubblico. Per l’uomo il cambio aveva provocato problemi in tema di immigrazione (al ritorno in India) e proprietà.