14/06/2018, 11.49
MONGOLIA
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Allevatori mongoli alla ricerca di nuove vie di commercio

Un convegno nella capitale affronta le sfide di una pastorizia sostenibile. Con 66 milioni di capi di bestiame e tre milioni di abitanti la Mongolia è uno tra i primi Paesi al mondo per la zootecnica. Un settore messo in crisi dal cambiamento climatico e dallo spopolamento delle aree rurali.

Ulaanbaatar (AsiaNews/Agenzie) - Dall’11 al 15 giugno la Mongolia ospita nella capitale la Global Agenda for Sustainable Livestock (Gasl). Al convegno intervengono 120 esperti da 34 Paesi di tutto il mondo. I temi trattati sono: sicurezza alimentare e nutrizionale; mezzi di sussistenza e crescita; salute e benessere degli animali; clima e l'uso delle risorse naturali.

In Mongolia il 40% della popolazione è nomade e vive d’allevamento. Il settore zootecnico è stata la principale fonte di reddito per il Paese per secoli. La pastorizia ha contribuito in maniera significativa alla crescita economica avvenuta nel Paese negli ultimi 25 anni. In questo periodo il Prodotto interno lordo è triplicato, anche grazie al settore minerario. Ad oggi l’allevamento costituisce il 15% del Pil nazionale. Il numero di capi di bestiame è arrivato a 66 milioni, a fronte di una popolazione di tre milioni di persone.

Tuttavia, negli ultimi anni, la qualità e la produttività sono calate, sia per ragioni climatiche ambientali sia a causa dell’invecchiamento del bestiame. Per questo motivo è stato varato il programma “Mongolian bestiame”. Il piano di sviluppo mira a tutelare l’allevatore e il bestiame, con un occhio verso la biodiversità, la fauna locale e la salvaguardia del paesaggio. Un altro punto importante compreso nel programma è la comunicazione tra il mondo della pastorizia con quello dell’industria. Nel piano “Industrializzazione 21: 100” è prevista infatti la realizzazione di 100 impianti, dislocati in 21 aree del Paese, per la lavorazione di carne, latte e lana cashmere. Questo facilita la filiera produttiva e mette in comunicazione diretta i pastori e il mercato.

Munkhnasan Tsevegmed, il ministro dell’alimentazione, dell’agricoltura e dell’industria leggera ha dichiarato: “Stiamo lavorando per migliorare l'accesso ai mercati, sia nazionali che internazionali. Anche l’Onu sta contribuendo allo sviluppo zootecnico della Mongolia”. L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura sta lavorando per creare delle zone libere da malattie per l’allevamento del manzo e dell’agnello. Tsevegmed ha inoltre detto che una delegazione dalla Mongolia ha visitato la Namibia e il Botswana per imparare dalle loro esperienze nell’esportazione di carne verso l’Europa.

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