10/02/2012, 00.00
INDONESIA
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Doppio ko per la Yasmin Church: Yudhoyono e Parlamento negano il diritto di culto

di Mathias Hariyadi
In una seduta straordinaria della Camera, i delegati della comunità cristiana allontanati dall'aula. Nonostante la sentenza della Corte suprema, ai fedeli sono impedite le funzioni religiose. Per il presidente indonesiano non è una questione di "libertà" di culto, ma di "mancanza" del permesso di costruzione.
Jakarta (AsiaNews) - Ira e sconcerto fra i fedeli della Yasmin Church a Bogor, nel West Java, cacciati da una seduta straordinaria del Parlamento indonesiano e ignorati dal presidente Susilo Banbang Yudhoyono. A dispetto di una sentenza della Corte suprema, che autorizza la pratica del culto nella chiesa al centro della controversia, e certifica la regolarità del permesso di costruzione, si fa sempre più difficile la strada per il riconoscimento ufficiale dei diritti legittimi della comunità cristiana. Tuttavia, i leader della comunità confermano il proposito di voler continuare a lottare e ottenere dalle autorità "l'attuazione di una disposizione giuridica" che garantisce loro pieni diritti e libertà di celebrazione.

Lo scorso 8 febbraio, a Jakarta parlamentari, ministri di governo fra cui il titolare degli Interni Gamawan Fauzi, il controverso sindaco di Bogor Diani Budiarto e il governatore di west Java Ahmad Heryawansi si sono riuniti per discutere della Yasmin Church (Gki). Alla seduta hanno partecipato i leader della comunità protestante e rappresentanti della società civile, intenzionati a vigilare sul rispetto dei diritti della minoranza religiosa.

Nel corso della seduta, alcuni parlamentari hanno iniziato a inveire contro i fedeli della Gki sostenendo che non avevano alcun titolo per partecipare all'incontro. Tra i promotori della protestai i membri del partito filo-islamico Justice and Prosperous Party (Pks). Tuttavia, fonti cristiane aggiungono che - ed è questo un ulteriore elemento di preoccupazione - al coro si sono uniti anche appartenenti al partito musulmano moderato United Development Party (Ppp). Entrambi invocavano la cacciata dall'aula dei cristiani.

Nel frattempo è intervenuto anche Suryadharma Ali - ministro per gli Affari religiosi, al centro di pesanti critiche provenienti da attivisti per i diritti umani e membri della società civile - il quale ha sottolineato che la diatriba sulla Yasmin Church "non è un problema di libertà religiosa", ma è legata alla "mancanza del permesso di costruzione" (Imb). Dopo una discussione piuttosto animata, i delegati della comunità cristiana sono stati allontanati dall'aula.

Bona Sigalinging, rappresentante della Gki, conferma ad AsiaNews la legittimità delle richieste avanzate dai fedeli della Yasmin Chuch, che chiedono il rispetto di una libertà religiosa garantito dalla Costituzione. La comunità è in regola con tutti i permessi di costruzione, come attestato da una sentenza definitiva della Corte suprema. Egli critica anche il comportamento del ministro degli Interni, che avrebbe proposto il trasferimento della chiesa in un'altra località.

Per i leader cristiani, il nodo cruciale resta l'applicazione della sentenza del massimo organismo giuridico indonesiano, sebbene governo, parlamento e autorità locali ne ignorano le disposizioni. Nei giorni scorsi, peraltro, anche il presidente Yudhoyono - con una dichiarazione shock rilasciata dal portavoce - ha detto di non poter "interferire" nella vicenda, perché non è questione di libertà religiosa ma di "mancanza" del permesso di costruzione.
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