10/02/2006, 00.00
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I maroniti celebrano il loro fondatore pensando alla riconciliazione nazionale

di Youssef Hourani

Il card. Sfeir invita ad un nuovo cammino di spiritualità, tolleranza e perdono. Messa a Beirut nella chiesa danneggiata dai fondamentalisti.

Beirut (AsiaNews) – "Fedeltà a Dio, Fedeltà all'Uomo e Fedeltà al Papa": l'antico motto del "Credo" maronita è risuonato ieri per la celebrazione della festa di San Marone (345-420), monaco vissuto in Siria, che radunò intorno a se un gruppo di fedeli che vennero chiamati più tardi, nel VII secolo, Maroniti.

Il Patriarca maronita, cardinale Nassrallah Sfeir, durante la messa che ha presieduto a Bkerke, ha lanciato un forte appello "a tutti i maroniti perché riprendano un cammino nuovo di vera spiritualità fondata sulla riconciliazione, sulla tolleranza e sul perdono reciproco. Ricordando gli incidenti della settimana scorsa che hanno causato danni materiali e spirituali in diversi luoghi di culto e conventi maroniti a Beirut, il patriarca Sfeir ha chiesto ai responsabili di garantire la massima protezione e vigilanza per evitare lo scoppio di una nuova guerra civile che può distruggere la missione del Libano, chiamato da Giovanni Paolo II "Paese messaggio".

E' stato l'arcivescovo maronita di Beirut, mons. Paul Matar, a celebrare la messa nella chiesa di S.Marone (danneggiata e bruciata la settimana scorsa durante le manifestazioni dei fondamentalisti islamici), davanti al presidente della Repubblica, generale Emile Lahoud, al primo ministro Fouad Siniora, numerosi esponenti politici libanesi e ambasciatori dei Paesi accreditati in Libano.  

Nell'omelia, sul tema "Il Libano sarà protetto solamente mediante il legame d'amore tra cristiani e musulmani", mons. Matar ha criticato quelle persone che hanno voluto rompere uno dei valori fondamentali del Libano, il valore della convivenza islamo-cristiana, "ma il Buon Dio ha voluto risparmiare nuovi dolori e sofferenze ai libanesi, che si sono mostrati coscienti del pericolo ed hanno superato il danno diretto perché i cristiani credono e continueranno a credere nella necessita di salvaguardare la fisionomia del loro Paese".

In Siria, l'arcivescovo maronita d'Aleppo, mons Anis-Youssef Abi Aad, ha presieduto la messa nella Cattedrale maronita nel pieno centro della seconda città Siriana, alla presenza di rappresentanti del governo e personalità religiose musulmane e cristiane. Ricordando la storia dei maroniti, "adoratori della libertà", ha parlato della situazione dei cristiani in Medio-Oriente, costretti a lasciare la terra dei loro padri a causa di problemi politici ed economici. L'arcivescovo ha chiesto ai maroniti del mondo arabo di riflettere il loro vero volto di popolo degno della sua vocazione storica, come Chiesa-ponte che lega il cristianesimo all'Islam".

L'arcivescovo maronita di Cipro, mons. Boutros Gemayel, nella Basilica di S.Marone a Nicosia ha parlato della "tragedia" dei maroniti che vivono nella parte turca, chiedendo al mondo libero di lanciare una campagna in loro favore.

La festa è stata celebrata ovunque vivano i 10 milioni di maroniti, sparsi tra il Libano e la diaspora. I maroniti, che hanno la loro proprio gerarchia, guidata dal Patriarca, in stretto legame di fedeltà con la Sede apostolica sono l'unica chiesa patriarcale orientale cattolica che non ha un ramo ortodosso.

 

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