26/06/2010, 00.00
SRI LANKA
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I pescatori dello Sri Lanka in cooperativa per superare la crisi economica

di Melani Manel Perera
Snobbati dal Ministro locale della pesca. La sopravvivenza della pesca artigianale essenziale per uno sviluppo sostenibile. I problemi creati dai grandi pescherecci indiani.

Colombo (AsiaNews) – La pesca artigianale contribuisce a risolvere “la questione della sicurezza alimentare, la crisi energetica e il riscaldamento globale”. I piccoli pescatori e le loro barche di dimensioni ridotte non sono elementi attivi “nella crisi globale”, ma costituiscono – al contrario – “parte della soluzione”. È quanto ha sottolineato Geetha Lakmini, segretario del National Fisheries Solidarity Movement (NAFSO), accogliendo i circa 200 partecipanti – provenienti da 14 distretti – al Convegno nazionale dei pescatori di piccola scala dello Sri Lanka, tenuto il 22 giugno scorso a Colombo.

Incentrato sul tema “Costruiamo uno strumento internazionale per la sostenibilità della pesca artigianale e delle comunità di pescatori”, l’incontro ha registrato un unico, grande assente: Rajitha Senarathna, Ministro della pesca. I partecipanti hanno espresso sentimenti di rabbia e frustrazione per la mancata presenza del Ministro e dei suoi più stretti collaboratori. Ansel Fernando, pescatore di Wathuregama (Balapitiya) condanna con forza la decisione del rappresentante dell’esecutivo e puntualizza: “ministri e politici non hanno soluzioni ai nostri problemi. Per questo non vogliono incontrarci”.

Le parole di fuoco del rappresentante dei pescatori hanno ricevuto l’apprezzamento di buona parte dei colleghi. Tuttavia Sarath Fernando, attivista di lungo corso, tenta di smorzare i toni della polemica e spiega: “non dobbiamo curarci troppo dell’assenza del Ministro e di altri politici”. Al contrario, egli invita a “imparare a lavorare senza curarsi di loro”. “Pensiamo – aggiunge – che i ministri eletti e il regime siano lì per il popolo, ma non è così”. Per questo, conclude Sarath Fernando, è necessario “avanzare le nostre proposte e fare il possibile per il nostro destino”.

Il comitato dei pescatori (COFI) della Fao, organismo Onu con base a Roma, intende formulare uno strumento internazionale per la pesca artigianale e ha indetto tre conferenze a livello regionale, per elaborare proposte da discutere al vertice COFI in programma nel 2011. Al riguardo il World Forum of Fisher Peoples (WFFP) sottolinea l’importanza di analizzare prima di tutto i problemi di carattere nazionale. Da qui, la decisione di istituire una serie di incontri a livello distrettuale, per riunire le piccole comunità locali e poi ampliare la discussione a tutto il Paese. Come ribadisce Herman Kumara, presidente NAFSO, il futuro della pesca di piccola scala “è nelle nostre mani”.

A.J.Anderson, pescatore della North Central Province, invita a “riorganizzare le cooperative dei pescatori” e a collaborare “alla sussistenza delle comunità di pescatori dell’interno”. Fra le urgenze da affrontare vi sono anche le flotte di pescherecci indiani che distruggono l’ecosistema e l’ambiente marino, causando al contempo danni enormi ai piccoli pescatori dello Sri Lanka. Infine, le difficoltà dei pescatori delle aree del nord, teatro per tre decenni della guerra fra esercito e Tigri tamil. La loro situazione è ancora più difficile che nel resto del Paese.

I partecipanti al Convegno del 22 giugno hanno elaborato un documento che 15 volontari avrebbero voluto sottoporre all’attenzione del Ministro della pesca. Dagli uffici del dicastero hanno comunicato che Rajitha Senarathna è attualmente impegnato. Forse, in un futuro prossimo, sarà possibile ottenere un colloquio.

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