23/07/2007, 00.00
TURCHIA
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Il trionfatore Erdogan promette riforme economiche e Unione Europea

Il partito del premier Erdogan si aggiudica la maggioranza assoluta con il 47% dei voti, ma non bastano per eleggere il presidente. “Unità nazionale e laicità” i valori fondamenti per un Paese che mira all’ingresso nella UE.

Ankara (AsiaNews/Agenzie) – “Continueremo il percorso di riforme intrapreso e aumenteremo gli sforzi per entrare nell’Unione Europea”: con queste parole il premier uscente Recep Tayyip Erdogan ha salutato la clamorosa vittoria del suo partito alle elezioni dello scorso fine settimana, sottolineando inoltre che il suo partito intende perseguire l’obiettivo “dell’unità nazionale” e del rispetto della “democraticità e laicità” dello Stato.

Con il 99% dei voti già scrutinati, il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP) del premier Erdogan ha conquistato il 47% delle preferenze - con un incremento del 13% rispetto al voto del 2002 - aggiudicandosi 341 dei 550 seggi. I due principali partiti di opposizione riescono a superare la soglia di sbarramento del 10%, necessaria per accedere al Parlamento: il CHP, laico e di sinistra, ottiene il 20% dei voti pari a 112 seggi, mentre i “lupi grigi” del MHP,  movimento di estrema destra ha conquistato 70 seggi pari al 14% dei voti. Altri 27 seggi sono stati suddivisi fra i candidati indipendenti, alcuni dei quali appartenenti al movimento indipendentista pro-Kurdistan.

Parlando ai suoi sostenitori, il premier afferma che la vittoria del AKP è stato “un trionfo per la democrazia” del Paese. Una spinta ulteriore verso “le riforme e lo sviluppo economico” in vista dell’obiettivo europeo: Ankara non nasconde infatti la ferma volontà di entrare a pieno titolo fra i membri della UE. Egli ha inoltre confermato che “continuerà la battaglia” contro le forze ribelli curde nell’est del Paese.    

Tra i nuovi compiti dell'Assemblea, ci sarà l’elezione del nuovo presidente turco: è stata proprio la mancanza di un accordo sul successore del laico Ahmet Necdet Sezer, infatti, a costringere la Turchia al voto anticipato.

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