28/10/2015, 00.00
INDIA
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India, dopo il bando “politico” gli spaghetti Nestlé tornano nei supermercati

I controlli di laboratorio hanno accertato la sicurezza alimentare del prodotto. Effettuati test su 200 milioni di confezioni di spaghetti istantanei. I noodles erano stati ritirati dal mercato a giugno; l’azienda ha distrutto 400 milioni di pacchi, con una perdita di circa 42,6 milioni di euro. Esperti sottolineano la motivazione politica del bando, che ha colpito gli investimenti esteri.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) – Dal prossimo novembre gli spaghetti istantanei Maggi torneranno sugli scaffali dei supermercati indiani. Lo ha deciso la Nestlé, l’azienda svizzera che produce e rivende in India attraverso la Maggi uno dei prodotti più amati dai consumatori del Paese da oltre 30 anni. Il portavoce di Nestlé India ha dichiarato: “I test effettuati in laboratorio hanno accertato che l’alimento è sicuro e contiene livelli di piombo ben al di sotto dei limiti consentiti per legge. Abbiamo ripreso la produzione dei noodles [spaghetti pronti in due minuti] negli impianti di Nanjangud (Karnataka), Moga (Punjab) e Bicholim (Goa)”.

Si conclude la vicenda del bando dei noodles Maggi, iniziata a giugno con un’ordinanza della Food Safety and Standards Authority of India (Fssai, autorità nazionale per la sicurezza alimentare), che vietava la vendita del prodotto nei negozi, dopo che alcuni ispettori sanitari dell’Uttar Pradesh avevano rinvenuto in decine di confezioni elevati livelli di piombo ed esaltatori di sapidità non indicati nella lista ingredienti.

La Nestlé era stata obbligata a ritirare il prodotto da oltre 500 negozi in “via precauzionale”, ma poi l’Alta corte di Mumbai ad agosto ha revocato il bando in quanto “illegittimo” e ha stabilito l’esecuzione di altri test per accertare l’effettiva tossicità. Nel frattempo di Stati del Gujarat e del Karnataka hanno seguito le indicazioni del tribunale e hanno ritirato il bando, a differenza del Maharashtra che si è opposto.

In questi mesi l’azienda da distrutto 400 milioni di confezioni in seguito al primo divieto, con una perdita economica di 4,5 miliardi di rupie indiane [circa 62,6 milioni di euro – ndr]. Inoltre ha effettuato 3500 esami su 200 milioni di pacchi, sia in India che all’estero, in ottemperanza alla decisione dell’Alta corte. I tre laboratori che hanno condotto le verifiche – indicati dallo stesso tribunale – hanno confermato la sicurezza alimentare dei campioni. Anche le agenzie di controllo di altri Paesi come Stati Uniti, Regno Unito e Australia hanno decretato che gli spaghetti istantanei make in India sono sicuri.

Sembra quindi, come sostengono diversi esperti, che il bando fosse in realtà una misura politica diretta a colpire gli investimenti stranieri nel Paese. In India la vendita al dettaglio da parte delle grandi catene di supermercati stranieri (come Carrefour e Wallmart) è stata approvata solo negli ultimi anni, dopo una contestatissima riforma economica decisa nel settembre 2012. In quell’occasione il Bharatiya Janata Party [Bjp, partito nazionalista indù, allora all’opposizione - ndr] condusse una serrata protesta contro l’introduzione nel mercato indiano delle merci provenienti dall’estero. 

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