03/01/2007, 00.00
CINA
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La Cina dice di non voler competere con gli Stati Uniti per armi ed energia

Pechino dichiara che cerca la “collaborazione” con Washington, con cui ritiene avere interessi e problemi comuni. Si aspetta, però, la progressiva diminuzione del sostegno Usa a Taiwan.

Pechino (AsiaNews/Agenzie) – La Cina sostiene di non essere in grado e di non voler entrare in competizione con gli Stati Uniti né per gli armamenti né per l’accaparramento delle fonti energetiche, ma collaborarci. Si aspetta, però, un progressivo disimpegno di Washington riguardo a Taiwan.

 

“La politica cinese della difesa – riporta oggi l’agenzia statale Xinhua che cita un anonimo funzionario statale – salvaguarda la sovranità e integrità della Nazione e favorisce la pace mondiale. La spesa militare è bassa, a confronto con altre grandi potenze. La Cina non ha l’intenzione, né la capacità, di competere in qualsiasi corsa agli armamenti”, ma vuole rendere sicura la regione tramite la cooperazione con gli altri Paesi. Anche per la ricerca di fonti di energia Pechino “ha molti interessi e problemi in comune” con gli Stati Uniti, con i quali vuole collaborare.

 

Nei giorni scorsi c’era stata ampia eco per l’aumento delle spese militari cinesi raddoppiate in dieci anni e Pechino ha pubblicato un “libro bianco” per dimostrare che le spese militari sono modeste rispetto agli standard di altri Paesi, considerato il rispettivo Prodotto interno lordo. Secondo i dati ufficiali, la spesa per il 2005 è stata pari all’1,35% del Pil ed è appena il 6,2% di quanto spendono gli Stati Uniti. Ma da tempo esperti occidentali, come l’Istituto internazionale di studi strategici di Londra, sostengono che la spesa effettiva di Pechino sia maggiore dei dati ufficiali.

 

Anche il generale Cao Guangchuan, ministro della Difesa, incontrando ieri una delegazione del Comitato per i servizi armati della Camera dei rappresentanti Usa, ha ribadito che la Cina ha “estesi interessi strategici” comuni con Washington e non vuole competere in una “corsa agli armamenti”. “La Cina – ha aggiunto la delegazione di Pechino – è un grande consumatore e un grande produttore [di energia] e sia Cina che Stati Uniti affrontano sfide analoghe e condividono interessi comuni”.

 

Però la parte cinese ha anche avvisato la delegazione Usa, guidata dal parlamentare repubblicano Roscoe Bartlett, che Washington dovrebbe rispettare “strettamente” gli impegni presi su Taiwan e non mandare “segnali sbagliati” sulla pretesa indipendenza dell’isola. Secondo l’interpretazione di Pechino sui reciproci impegni diplomatici, il governo Usa ha promesso di cessare in modo graduale la vendita di armi a Taiwan. Pechino considera Taiwan parte del suo territorio, mentre l’Isola si è separata dalla guerra civile del 1949 e proclama la sua indipendenza. (PB)

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