04/10/2010, 00.00
HONG KONG
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La diocesi di Hong Kong difende la libertà d’educazione presso la Corte suprema

Ricorso in appello contro la legge del 2004 che limita la proposta educativa dei gestori delle scuole, a favore di un controllo statale più serrato. Mons. John Tong chiede preghiere per i politici che operano nel campo educativo perché comprendano “senza paraocchi” che vi sono modi diversi di organizzare le scuole e le proposte educative.
Hong Kong (AsiaNews/SE) – La diocesi di Hong Kong si è appellata alla Corte suprema (Court of Final Appeal) per una revisione della legge sugli organi di gestione dell’educazione varata nel 2004, mai accettata dalla Chiesa del territorio perché ritenuta incostituzionale e lesiva della libertà di educazione.
 
A metà dicembre è previsto un incontro dove il rappresentante della diocesi e quello del governo di Hong Kong spiegheranno le loro ragioni. Dopo aver ascoltato i due interlocutori, la Corte deciderà se accettare o meno la richiesta della diocesi. Nel febbraio scorso la Corte ha già bocciato l’accusa di incostituzionalità lanciata dalla diocesi di Hong Kong contro la legge.
 
Mons. John Tong, vescovo di Hong Kong, ha chiesto a tutti i fedeli di pregare di continuo per i politici che operano nel campo educativo. L’intenzione - riportata nel settimanale Sunday Examiner – è che essi “possano avere saggezza, visioni senza paraocchi, menti aperte, perché siano capaci di rispettare e apprezzare il credo e la morale alla base dell’educazione fra i diversi gestori [sponsoring bodies] e accolgano modi diversi di organizzare le scuole”.
 
La nuova riforma scolastica - voluta dal governo dal 2002 e varata nel 2004 - prevede che in ogni scuola sovvenzionata da esso, vi sia un nuovo organismo, l’ “incorporate management committee (Imc)”, in cui vi sono rappresentanti eletti dei genitori e degli ex alunni oltre a figure nominate dal governo. Essi sono gli ultimi responsabili dell’organizzazione della scuola.
 
Sebbene il 60% dei rappresentanti dovrebbe essere scelto dagli Sb, le Chiese cristiane temono che in questo modo la proposta educativa venga politicizzata; che il governo prima o poi venga a determinare i contenuti educativi e che infine gli Sb vengano emarginati (Cfr.: 14/06/2004 Cattolici e anglicani insieme contro la legge sull'istruzione).
 
Per questo, cattolici, anglicani e metodisti pensano che la nuova riforma tende a togliere responsabilità ai gestori della scuola (sponsoring bodies, Sb) limitando o eliminando la loro proposta educativa.
 
Finora solo metà delle 850 scuole finanziate dal governo hanno accettato di attuare l’Imc.
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