02/03/2017, 13.05
EGITTO - ISLAM
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La fuga dei copti dal Nord Sinai non importa a nessuno

di Loula Lahham

Scompare dai media egiziani la notizia delle violenze sui copti. Per il governo la crisi è risolta. Intanto le conferenze internazionali continuano. Nessun risultato dalla conferenza organizzata da Al-Azhar conclusa ieri. Oltre 1500 cristiani sono fuggiti da Al-Arich.

Il Cairo (AsiaNews) – A partire dal 22 febbraio, sono sempre meno le notizie pubblicate dai media sui copti in fuga dalle violenze e dal terrorismo dello Stato islamico nella penisola del Sinai.

Il governo egiziano è convinto di aver compiuto il suo dovere: una visita del Ministro degli affari sociali sul luogo; l’arrivo di vari convogli statali e della società civile con aiuti umanitari e viveri; i fuggitivi non saranno penalizzati per le assenze dal lavoro e gli studenti verranno indirizzati ad altre scuole.

Tutto sembra essere tornato alla normalità. Anche il termine “immigrati” è stato denunciato dal patriarca Tawadros II, il capo spirituale dei cristiani d’Egitto che, durante il suo discorso settimanale di mercoledì, ha dichiarato di opporsi “all’utilizzo di questa parola da parte dei media. Non è corretto. È solo una crisi passeggera.” Parole con un senso d’ironia simile a quella contenuta nelle parole pronunciate dal Ministro egiziano degli interni: “Non abbiamo chiesto ai cittadini copti di lasciare le loro case e i loro beni”.

Nonostante ciò, le conferenze internazionali sono ripartite. Appena ieri, mercoledì, si è conclusa la conferenza intitolata “Libertà e cittadinanza, fra diversità e integrazione”, organizzata da Al-Azhar, la suprema autorità dell’islam sunnita, e posta sotto gli auspici del Presidente della repubblica stesso, in presenza di delegati religiosi e laici da 50 Paesi, e soprattutto con la partecipazione dei più alti capi spirituali di tutte le confessioni cristiane del Medio Oriente: cinque patriarchi e decine di vescovi orientali, insieme a rappresentanti di diverse Chiese protestanti.

Risultato della conferenza? Nessuno. Solo parole di cortesia e tolleranza da parte di tutti.

Intanto, non ci sono quasi più cristiani ad Al-Arich. E oggi, le famiglie hanno rifiutato la visita di una delegazione del Consiglio nazionale dei diritti dell’uomo, guidata dal famoso attivista copto Georges Ishak.

Si noti che oltre 1500 copti sono fuggiti da Al-Arich, al nord della penisola del Sinai, a causa delle violenze che hanno causato la morte di sette persone soltanto negli ultimi dieci giorni.

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