18/05/2010, 00.00
MALAYSIA – INDONESIA
Invia ad un amico

Luci e ombre nel 7mo vertice fra Jakarta e Kuala Lumpur

Commissione paritetica, confini marittimi e condizione dei lavoratori nel faccia a faccia fra Yudhoyono e Najib. Resta irrisolta la questione dei confini marittimi, mentre si tratta sul giorno libero e il salario minimo per i lavoratori indonesiani in Malaysia. La condizione delle domestiche, vittime di soprusi e violenze.
Kuala Lumpur (AsiaNews/Agenzie) – Assegnare un campo maggiore di azione alla Commissione paritetica tra Malaysia e Indonesia; intavolare nuovi colloqui per la definizione dei confini marittimi; raggiungere un Protocollo d’intesa inerente la condizione dei lavoratori indonesiani in Malaysia, con un particolare riferimento alle domestiche, spesso vittime di violenze o abusi. Sono i punti al centro del faccia a faccia avvenuto oggi a Putrajaya, fra il Primo ministro malaysiano Datuk Seri Najib Tun Razak e il presidente indonesiano Susilo Bambang Yudhoyono.
 
Al termine dei colloqui il presidente Yudhoyono non ha voluto rilasciare dichiarazioni ufficiali. È stato quindi il premier malaysiano a riferire ai cronisti l’esito del faccia a faccia, sottolineando che la “settima Consultazione annuale” fra i due Paesi ha mostrato una ripresa nelle relazioni diplomatiche ed economiche.
 
In primo piano il ruolo della Commissione paritetica Malaysia-Indonesia, chiamata a rafforzare i rapporti bilaterali. Najib spiega che essa dovrà documentare i progressi dei gruppi di lavoro – con cadenza trimestrale – ai leader delle due nazioni. La Commissione sarà un meccanismo di monitoraggio e di iniziativa per risolvere le questioni pendenti.
 
Fra gli elementi di discussione vi è la definizione dei confini marittimi, ancora oggi in una fase di stallo nonostante i 14 incontri avvenuti in passato fra Jakarta e Kuala Lumpur. Il premier malaysiano ha sottolineato che restano alcuni punti complessi da affrontare “che richiedono tempo, come la questione dei confini marittimi”. Servono infatti nuovi “impulsi” per ammorbidire le posizioni di rigore mantenute sinora dai due governi. Questo, ha aggiunto Najib, non significa che le relazioni fra Indonesia e Malaysia non siano buone.
 
I due leader hanno infine discusso la firma di un Protocollo d’intesa riguardante la manodopera indonesiana in Malaysia. Tra le richieste di Jakarta vi è il riposo settimanale per i lavoratori, un’integrazione del salario in caso di rinuncia e il possesso del passaporto, che deve rimanere nelle mani del lavoratore se non vi sono accordi diversi con il datore di lavoro. Resta ancora da affrontare, invece, il punto riguardante il salario minimo.
 
Da oltre un anno Jakarta ha bloccato l’invio di domestiche indonesiane nel Paese vicino, in seguito a denunce di vessazioni e maltrattamenti che in alcuni casi sfociano in violenze sessuali e omicidi. Ad oggi vi sono circa 230mila collaboratrici domestiche in Malaysia, che non godono ancora di diritti di base fra cui salario minimo e giorno di riposo settimanale.
 
Ogni anno centinaia di domestiche si rivolgono all’Ambasciata indonesiana a Kuala Lumpur per denunciare salari non pagati, carico eccessivo di lavoro e abusi psicofisici. In passato diversi malaysiani sono stati arrestati con l’accusa di aver abusato delle domestiche; ad oggi risultano pendenti alcuni processi in cui l’imputato deve rispondere di omicidio, in seguito al ritrovamento di cadaveri di donne con profonde ferite e segni di violenze.
TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Preah Vihear: team indonesiano sorveglia la fragile tregua fra Bangkok e Phnom Penh
23/02/2011
Un numero verde per le domestiche straniere sfruttate
22/06/2007
Il partito comunista filippino (fuorilegge) dichiara guerra alle aziende cinesi
15/10/2020 10:50
Indonesia, cinesi discriminati nei soccorsi per lo tsunami
05/01/2005
Kuala Lumpur: No al salario minimo per le lavoratrici straniere
18/08/2010


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”