26/03/2014, 00.00
CINA - VATICANO
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Matteo Ricci e Xu Guangqi, due santi che la Chiesa cinese merita di vedere insieme sugli altari

di Benoit Vermander
La causa di beatificazione del grande missionario gesuita è allo studio del Vaticano, mentre quella del suo amico è ancora impantanata anche a causa delle attuali difficoltà della diocesi di Shanghai. Ma aspettare per beatificarli insieme sarebbe un gesto molto importante per la Chiesa cinese, per la sua società e per il concetto stesso di carisma missionario. Un'analisi del gesuita francese.

Taipei (AsiaNews) - Nel maggio del 2013, la prima fase della causa di beatificazione di Matteo Ricci si è chiusa a Macerata, diocesi natia del missionario. Il faldone è ora allo studio della Congregazione per le Cause dei Santi in Vaticano. Da qualche tempo si sono amplificate le richieste per la beatificazione e la canonizzazione di Ricci.

Che Ricci meriti ampiamenti di essere canonizzato è un fatto che va al di là di ogni dubbio. La rettitudine del suo carattere, l'infinita pazienza, perseveranza e umiltà che ha mostrato durante tutto il percorso cinese e i frutti maturati dalla sua missione testimoniano tutti la santità di un uomo che è rispettato e persino amato da molti cinesi.

La domanda è: dovrebbe essere beatificato da solo, o la sua causa apre l'opportunità di un nuovo approccio alla questione? Ricci ha iniziato il suo pellegrinaggio cinese pubblicando un piccolo libretto dal titolo "Sull'amicizia". Il suo processo di beatificazione dovrebbe riflettere lo spirito con il quale ha condotto il suo impegno missionario. In altre parole: non beatificate Matteo Ricci senza beatificare nello stesso momento Xu Guangqi.

Ci sono tre ragioni per unite i due amici in una causa comune. La prima è che anche Xu Guangqi è un uomo la cui vita parla di santità. La seconda è che questo cambierà il modo in cui la storia missionaria viene di solito presentata. La terza è che questo sarebbe di gran lunga il miglior regalo che Roma potrebbe fare alla Chiesa cinese e alla Cina in generale.

Xu Guangqi (1562-1633) è conosciuto in Cina come uno straordinario  intellettuale e funzionario pubblico, autore di un trattato enciclopedico sulle tecniche agricole, un patriota che ha testimoniato l'indebolimento progressivo della dinastia Ming e ha cercato di difenderla dalle aggressioni, un matematico e un astronomo. Eppure queste qualità umane potrebbero non bastare per farlo proclamare santo. Quindi che altro dovrebbe mostrare?

In primo luogo, vogliamo notare che Xu si è fatto prendere da scopi pratici soltanto dopo la propria esperienza di conversione, la cui profondità è stata impressionante: il suo battesimo, avvenuto nel 1603, è stato preparato da lunghe meditazioni sui Classici cinesi, diverse e ripetute esperienze di fallimento e dolore, un sogno - avvenuto nel 1600, un tempio con tre cappelle interpretato nel 1605 come un'immagine della Trinità - e una profondissima emozione alla vista di un'immagine della Madonna con il Bambino a Nanjing.

Una volta battezzato, ha portato alla nuova fede tutta la sua casa: non solo i parenti e i servi suoi dipendenti, ma persino il suo stesso padre. I suoi discendenti - e in modo particolare la pronipote Camilla Xu - proteggeranno la comunità cattolica di Shanghai.

Nei trent'anni che separano il battesimo dalla sua morte, Xu Guangqi ha in continuazione protetto, consigliato e persino guidato i missionari, mentre sviluppava una vita spirituale ancorata all'auto-esame e al dialogo fra le tradizioni. Fra le altre testimonianze abbiamo quella di Longobardo, un gesuita che si era opposto alla strategia di inculturazione di Ricci: attraverso una sorta di "contro-inchiesta" sull'ortodossia dei cinesi convertiti, Longobardo - pur non volendolo - ci permette di apprezzare la profondità e la libertà interiore della visione spirituale di Xu.

Inoltre, il modo in cui Xu ha tradotto la sua fede in piani di azione pratici e coraggiosi ci ricorda il carattere morale di Ricci: entrambi gli uomini sono meno inclini a scrivere dei loro sentimenti che impegnarsi in quella che percepiscono essere la loro vocazione. Questo potrebbe anche ricordarci l'inizio de "La contemplazione per raggiungere l'amore" degli Esercizi Spirituali: "L'amore dovrebbe manifestarsi nei fatti al di là di parole e l'amore consiste nell'interscambio tra le due parti ... Quindi, se uno la ha conoscenza la dà a chi non ce l'ha". Proprio questo tipo di interscambio ha nutrito l'amicizia che Xu ha sviluppato con Ricci e ha ispirato la sua attitudine nei confronti della propria carriera. Se anche Xu non ha fatto l'esperienza del martirio, come avvenne per Tommaso Moro, il suo coraggio e i suoi traguardi sono molto simili a quelli di questo grande laico e santo cattolico.

La beatificazione congiunta di Ricci e Xu cambierebbe di conseguenza il modo in cui la storia missionaria viene spesso raccontata: non una storia di ricezione passiva, ma anzi di attiva collaborazione. Mostrerebbe che i primi convertiti hanno impegnato un'apertura e una forza eccezionale nella costruzione con i missionari della Chiesa locale. E mostrerebbe anche che questi convertiti hanno portato con loro sin dall'inizio la ricchezza delle tradizioni. Direbbe ai fedeli che tutti i carismi sono necessari e devono unirsi quando si fonda una comunità cristiana nella vita dello Spirito.

Infine, una beatificazione comune sarebbe molto più significativa per la popolazione cinese contemporanea, inclusi i cattolici cinesi, rispetto a quella di un singolo missionario. Manderebbe un messaggio di amicizia, collaborazione e uguaglianza spirituale. Ancora più importante, la multiforme figura di Xu - uno dei "tre pilastri della Chiesa cinese" (insieme a Li Zhazhao e Yang Tingyun) - potrebbe portare alla riconciliazione fra tutti i settori della Chiesa, così come fra la Chiesa e la società. A fianco di tutto questo, associare Ricci e Xu manderebbe il messaggio di una Chiesa che punta all'universalità, nel mezzo di un dialogo fra le culture locali e nella varietà delle esperienze di vita.

È vero che le attuali difficoltà della diocesi di Shanghai rendono la causa di beatificazione di Xu molto più lenta e complicata di quella di Ricci. Ma proprio queste difficoltà dovrebbero spingere Roma a istituire la causa con più diligenza: ci sono molte strade attraverso le quali una causa del genere potrebbe progredire. Sono passati più di quattro secoli da quando Ricci ha raggiunto il Paradiso. Io sono convinto che aspetterebbe volentieri qualche altro anno per essere riconosciuto Beato e Santo in compagnia del suo amico Xu Guangqi.

Questo articolo è apparso in originale su http://www.erenlai.com/en/

 

 

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