Medvedev, pieno sostegno alla costruzione di uno Stato palestinese
Gerico (AsiaNews/Agenzie) – Nella sua prima visita in Palestina il presidente russo Medvedev riconferma il sostegno di Mosca alla creazione di uno Stato palestinese con Gerusalemme est come capitale. Il leader russo e il presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas si sono incontrati questa mattina a Gerico. Non si fa attendere la risposta di Israele, che ha minimizzato le dichiarazioni del presidente russo, sottolineando gli ottimi rapporti con Mosca. Insieme a Usa, Ue e Onu la Russia fa parte del quartetto internazionale che ha sempre lavorato per i negoziati di pace in Medio oriente.
Nel suo discorso Medvedev ha affermato: “Sosteniamo in pieno il diritto inalienabile del popolo palestinese a creare uno Stato indipendente e unito e con Gerusalemme est come sua capitale ".
Secondo il leader russo la nascita di uno Stato palestinese indipendente “sarà una vittoria per tutti, non solo per palestinesi e israeliani, ma per tutti popoli del Medio Oriente”.
Da parte sua Mahmud Abbas ha definito la visita di Medvedev come una “storica opportunità per il popolo palestinese e una corona sulla testa del suo presidente”. Egli ha sottolineato che l’autorità palestinese non cederà all’utilizzo della violenza per creare il suo Stato e ha invitato Israele a bloccare gli insediamenti e tornare subito al tavolo delle trattative”.
Nel 1988 l’Unione sovietica è stata la prima nazione al mondo a riconoscere la Palestina, finanziandone l’economia e sostenendo la leadership politica. In continuità con il passato, l’attuale presidente russo ha portato con sé oltre cento uomini d’affari che sigleranno accordi economici per circa 30 milioni di euro a sostegno di agricoltura, educazione, sport e turismo.
Per dare una svolta allo stallo dei colloqui con Israele, i leader palestinesi hanno chiesto a vari Paesi del mondo di riconoscere la Palestina come Stato indipendente entro i confini del 1967. Il primo Paese a rispondere alla richiesta è stato il Brasile seguito da altre nazioni dell’America latina, tra cui il Cile. In Europa solo Spagna e Gran Bretagna hanno espresso finora posizioni favorevoli.