10/01/2013, 00.00
NEPAL
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Nepal, il premier blocca i processi sulle violenze dei maoisti

di Kalpit Parajuli
Baburan Bhattarai ferma le indagini sull'omicidio di Dekendra Thapa, giornalista ucciso nel 2004 dai guerriglieri maoisti. Il provvedimento riguarda anche gli altri processi in corso ed è un modo per proteggere i quadri del suo partito implicati nei casi di omicidio. Nel 2010 il governo ha archiviato 309 processi per violenze.

Kathmandu (AsiaNews) - Per salvare i quadri del suo partito, il Premier maoista Baburan Bhattarai blocca le indagini sulla morte di Dekendra Thapa, giornalista ucciso nell'agosto del 2004 a Dailekh dai guerriglieri maoisti, e i processi su altri casi di omicidio. Ieri, centinaia di giornalisti hanno organizzato manifestazioni nella capitale e nel distretto di Dailekh. Essi accusano il governo di voler mettere il bavaglio a giornali e media, anche con minacce di morte, per nascondere le brutalità compiute dai maoisti fra nella guerra civile contro la monarchia (1995 - 2006). La mossa del premier giunge dopo l'arresto avvenuto lo scorso 4 gennaio di Lachhiram Gharti, ex quadro delle milizie maoiste sospettato dell'omicidio.

Da quando i maoisti sono saliti al potere nel 2008, l'argomento dei massacri compiuti durante il conflitto è diventato un tabù. Nonostante la creazione nel 2007 della Truth and Reconciliation Commission, fondata in collaborazione con l'Onu, maoisti e comunisti si rifiutano di consegnare alla giustizia i quadri responsabili della guerra civile. Lo Unified Communist Party of Nepal Maoist e il Nepal Communist Party sono le uniche formazioni politiche ad aver governato dopo la caduta della monarchia. Secondo molti attivisti i governi di estrema sinistra, che si sono succeduti in questi anni, hanno creato un clima di impunità diffuso per proteggere i loro leader e la loro ideologia. Nel 2010 ben 309 procedimenti penali sono stati archiviati dal governo guidato dai comunisti; 282 sono invece i casi revocati dall'esecutivo maoista fra il 2008 e il 2009.  

L'omicidio di Dekendra Thapa è una delle pagine più oscure della guerra civile maoista. Giornalista di un quotidiano del distretto di Daileck, l'uomo stava investigando sulle brutalità compiute nei villaggi dai guerriglieri maoisti contro chi si opponeva alle loro regole. Per impedire la diffusione di tali notizie, ai primi di agosto del 2004 i maoisti decidono di rapirlo. Il suo corpo viene ritrovato in una fossa due settimane dopo e solo in seguito alla denuncia di scomparsa da parte della moglie. Da una prima indagine della polizia, l'uomo sarebbe stato picchiato fino allo svenimento e poi sepolto vivo.

Secondo il quotidiano The Kantipur Daily, Gharti avrebbe confessato al suo avvocato che "il cuore di Thapa pulsava ancora quando abbiamo deciso di seppellirlo. Eravamo in nove e io ho scavato la fossa". Dopo l'ordine di Bhattarai, il legale di Gharti ha negato la versione chiudendosi in un silenzio stampa.

Devendra Poudel, consigliere principale del Primo ministro, accusa i giornalisti di utilizzare i casi come quello di Thapa a sfondo politico. Egli assicura che il governo vuole la verità e sta creando una commissione apposita per indagare su tutto il problema, non solo sulle singole situazioni. Ieri la Federazione dei giornalisti nepalesi (Federaion Nepalese Journalist) ha consegnato un memorandum al presidente del consiglio chiedendo un'indagine equa e la condanna dei colpevoli. "Fermando le indagini - afferma Jagat Nepal, segretario dell'Fnj - Bhattarai dimostra di voler proteggere questi crimini". Da un recente rapporto pubblicato da Freedom Forum, associazione per libertà di stampa, i giornalisti nepalesi  subiscono continue pressioni e violenze da parte delle autorità su temi che riguardano da vicino la politica o argomenti scomodi. Nel 2012 vi sono state 23 denunce per minacce di morte, 22 attacchi contro sedi di giornali e 23 casi di giornalisti picchiati da sconosciuti o da membri delle forze dell'ordine. 

 

 

 

 

 

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