31/12/2017, 12.32
VATICANO
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Papa: Vicino ai copti ortodossi d’Egitto. Un ‘saluto speciale’ alle famiglie

All’Angelus, papa Francesco prega per le vittime degli attentati al Cairo e perché “il Signore converta i cuori dei violenti”.  Per la Sacra Famiglia, “il figlio appartiene a Dio” e loro “sono i custodi della sua vita e non i proprietari”. Anche per le famiglie “ferite” o “segnate dal fallimento” si aprono strade “di risurrezione”. Ringraziare Dio per l’anno trascorso e per ogni bene ricevuto.

Città del Vaticano (AsiaNews) – Papa Francesco ha espresso la sua “vicinanza ai fratelli copti ortodossi d’Egitto, colpiti due giorni fa da due attentati a una chiesa e a un negozio nella periferia del Cairo”. Gli attentati, rivendicati dallo Stato islamico, hanno fatto 10 morti e decine di feriti.

Parlando ai pellegrini radunati in piazza san Pietro per la preghiera dell’Angelus, il pontefice ha aggiunto: “Il Signore accolga le anime dei defunti, sostenga i feriti, i familiari e l’intera comunità, e converta i cuori dei violenti”.

Subito dopo egli ha voluto inviare un “saluto speciale alle famiglie qui presenti, e anche a quelle che partecipano da casa” alla preghiera mariana. “La Santa Famiglia – ha continuato - vi benedica e vi guidi nel vostro cammino”.

Il ‘saluto speciale’ è legato al fatto che oggi si celebra la Festa della Sacra Famiglia, caratterizzata dall’essere una “famiglia nell’amore reciproco e nella fiducia in Dio”.

In precedenza, commentando il vangelo della messa di oggi (Luca 2, 22-40), egli fa notare che Maria e Giuseppe «portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore». “I genitori di Gesù – continua - vanno al tempio per attestare che il figlio appartiene a Dio e che loro sono i custodi della sua vita e non i proprietari.  Questo gesto sottolinea che soltanto Dio è il Signore della storia individuale e familiare; tutto ci viene da Lui. Ogni famiglia è chiamata a riconoscere tale primato, custodendo ed educando i figli ad aprirsi a Dio che è la sorgente stessa della vita”.

Il papa ha poi accennato alla “giovinezza interiore” testimoniata dai due anziani Simeone ed Anna.

“Il vecchio Simeone, in particolare, ispirato dallo Spirito Santo dice a proposito del bambino Gesù: «Egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione [...] affinché siano svelati i pensieri di molti cuori» (vv. 34-35).  Queste parole profetiche rivelano che Gesù è venuto per far cadere le false immagini che ci facciamo di Dio e anche di noi stessi; per ‘contraddire’ le sicurezze mondane su cui pretendiamo di appoggiarci; per farci ‘risorgere’ a un cammino umano e cristiano autentico, fondato sui valori del Vangelo. Non c’è situazione familiare che sia preclusa a questo cammino nuovo di rinascita e di risurrezione. Ogni volta che le famiglie, anche quelle ferite e segnate da fragilità, fallimenti e difficoltà, tornano alla fonte dell’esperienza cristiana, si aprono strade nuove e possibilità impensate”.

Riferendosi poi alla frase del Vangelo in cui si dice che “Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era su di lui”, Francesco ha aggiunto: “Una grande gioia della famiglia è la crescita dei figli. Essi sono destinati a svilupparsi e fortificarsi, ad acquisire sapienza e accogliere la grazia di Dio, proprio come è accaduto a Gesù. Egli è veramente uno di noi: il Figlio di Dio si fa bambino, accetta di crescere, di fortificarsi, è pieno di sapienza e la grazia di Dio è sopra di Lui. Maria e Giuseppe hanno la gioia di vedere tutto questo nel loro figlio; e questa è la missione alla quale è orientata la famiglia: creare le condizioni favorevoli per la crescita armonica e piena dei figli, affinché possano vivere una vita buona, degna di Dio e costruttiva per il mondo.  È questo l’augurio che rivolgo a tutte le famiglie, accompagnandolo con l’invocazione a Maria, Regina della Famiglia”.

Prima di concludere, il papa ha invitato tutti a ripensare con gratitudine all’anno trascorso: “Non dimentichiamoci in questa giornata di ringraziare Dio per l’anno trascorso e per ogni bene ricevuto. E ci farà bene prendere un po’ di tempo per ripensare a quante cose buone abbiamo ricevuto dal Signore. E se ci sono difficoltà, ringraziare anche per questo. Oggi è una giornata di ringraziamento”.

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