13/11/2018, 08.46
ISRAELE-PALESTINA
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Pioggia di missili da Hamas, 70 raid aerei da Israele

In sette ore almeno 400 missili dalla Striscia. Israele richiama i riservisti. Bombardata la sede della televisione Al Aqsa, che dopo 10 minuti torna a diffondere messaggi. La causa della ripresa delle violenze: un commando israeliano voleva rapire Marwan Issa, il numero due delle Falangi di Al Qassam. La comunità internazionale è divisa. Una fragile mediazione del Qatar.

Khan Yunes (AsiaNews) – Cresce sempre di più la tensione a Gaza. Dopo la morte di sette palestinesi e un soldato israeliano due giorni fa, ieri vi è stata una pioggia incessante di missili dalla Striscia verso Israele e una serie di raid aerei israeliani per colpire membri di Hamas e della Jihad islamica. Secondo fonti israeliane, Ieri in sole sette ore si calcolava la caduta di circa 400 missili lanciati da Gaza. Israele ha richiamato i riservisti e il Consiglio dei ministri ha dato luce verde all’esercito nel replicare alle violenze.

Oltre alla guerra reale, vi è anche la guerra mediatica e psicologica, praticata anche da Hamas. Nel tardo pomeriggio di ieri, Hamas ha annunciato di aver compiuto un’operazione che “ha reso ridicolo il servizio di intelligence israeliano” distruggendo con un missile Corvette, un autobus che trasportava soldati israeliana ad est di Jabalia.

Israele ha subito precisato che il pullman era stato evacuato dai soldati, mentre la Tv satellitare di Hamas Al Aqsa prometteva di trasmettere una prova video secondo lo stile di guerra psicologica adottato dagli Hezbollah in Libano.

Subito dopo l’aviazione israeliana ha bombardato per due volte la stazione televisa di Al Aqsa, radendo al suolo l’edificio di cinque piani situato nella zona nord ovest di Gaza, in un quartiere denso di abitanti. Dieci minuti dopo la Tv Al Aqsa, che sembrava azzittita, ha ripreso a trasmettere da un luogo ignoto ed il direttore Ibrahim Daher ha annunciato che l’intero personale della Tv era in salvo senza nessuna vittima e che la sede era stata evacuata cinque minuti prima del raid.

Poco tempo dopo l’aviazione israeliano ha bombardato anche l’Hotel Amal, sede del “ministero degli interni” e delle forze di sicurezza civile. Alle 23.10 di ieri notte la Tv Al Aqsa ha trasmesso il video dell’operazione contro il pullman, in cui si vede un soldato in piedi ed altri cinque veicoli che si allontanano di corsa pieni di soldati rimasti illesi.

Gli scontri fra Israele e i militanti di Hamas a Gaza sono ripresi l’11 novembre scorso sera, dopo che un commando di Forze speciali israeliane è entrato in una profondità di tre kilometri all’’interno della Striscia, verso Khan Younes, in quello che Hamas ha considerato una violazione del cessate il fuoco da parte di Tel Aviv. Secondo fonti palestinesi, l’operazione militare aveva come scopo il rapimento di Marwan Issa, il numero due delle Falangi di Al Qassam, un uomo, considerato la scatola nera dei segreti sull’introduzione di missili all’interno della Striscia nonostante l’accerchiamento.

Lo scopo di rapimento è stato confermato anche dal canale 10 della Tv israeliana. L’autovettura israeliana è stata avvistata da Al Qassam ed è subito scoppiato uno scontro a fuoco nel quale ha perso la vita il comandante militare di Al Qassam Nur Barké e Mohammed Majed Al Kara.

Dal canto suo, Israele ha riconosciuto la morte del tenente colonello M. che guidava l’operazione militare ed il ferimento di un altro soldato delle forze d’élite israeliane. Per proteggere la ritirata del commando è subito intervenuta l’aviazione militare israeliana, con bombardamenti che secondo fonti di Hamas, hanno causato la morte di altri sette membri di Al Qassam.

Nella comunità internazionale, con una dichiarazione del ministero degli esteri, Mosca accusa Israele per l’escalation; Washington sottolinea il diritto di Israele all’autodifesa. L’Egitto e l’Onu invitano le parti alla calma. Secondo fonti egiziane, Israele “non vuole fermarsi prima di raggiungere certi obiettivi”. Da parte sua, Hamas minaccia di colpire coi suoi missili zone abitate da almeno un milione di israeliani.

Per ora gli esperti escludono la possibilità di una guerra, che non conviene né ad Israele, né a Hamas. Ma quest’ultima ha dimostrato aver ottenuto armi ancora più sofisticate che in passato e sembra aver raggiunto livelli preoccupanti di intercettazione delle comunicazioni israeliane.

Intanto sembra emergere una mediazione del Qatar, che ha ottimi rapporti segreti con Israele. Pochi giorni fa emissari qatarioti hanno portato valigie di soldi nella Striscia, facendoli passare da Israele: servivano a pagare gli stipendi degli impiegati, in arretrato da mesi.

L’inviato del Qatar, accolto con lancio di sassi da manifestanti palestinesi, ha dichiarato di “volere la calma”, e ha chiesto di porre fine alle manifestazioni che si susseguono al confine di Gaza ogni venerdì, da quando Donald Trump ha riconosciuto Gerusalemme come capitale d’Israele. (PB)

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