02/02/2006, 00.00
siria
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Rispetto per i cristiani iracheni e di tutto il Medio oriente

di Jihad Issa

Lo chiede da Damasco un gruppo di sacerdoti cattolici ed ortodossi.

Damasco (AsiaNews) – Rispetto per i cristiani iracheni ed in genere per quelli del Medio oriente, che sono "una ricchezza per il mondo arabo" del quale sono parte. E' la richiesta che viene da una riunione di sacerdoti cattolici ed ortodossi, convocati a Damasco dal segretario della Federazione delle minoranze cristiane, Habib Hephrem, all'indomani degli attentati compiuti a Baghdad e Kirkuk contro alcune chiese.

Dopo la presa di posizione del patriarca maronita il cardinale Nasrallah Sfeir, che ha rivolto un appello forte alle coscienze di tutti i responsabili, perché proteggano le minoranze cristiane, "una ricchezza per il mondo arabo", e dopo la denuncia del patriarca caldeo Emmanuel Delly, che ha definito questi atti "lontani dall'Islam" e "causa di odio e di vendetta", oggi c'è stata una  dichiarazione a Damasco da parte di un gruppo di sacerdoti cattolici e ortodossi. Convocati dal segretario della Federazione delle minoranze cristiane, Habib Ephrem,  essi hanno denunciato questi atti terroristici e disumani, che macchiano il volto del mondo arabo, terra delle religioni e delle civiltà e vogliono cacciare i cristiani dalla terra dei loro padri. I sacerdoti hanno rivolto un appello alle forze americane e occidentali presenti in Iraq, perché assumano le loro responsabilità e difendano la presenza cristiana nell'Iraq, dove migliaia di cristiani lascino il loro paese verso la Siria e la Giordania ed hanno espresso il loro desiderio per il rispetto dei diritti della minoranza cristiana. Sottolineata la necessità di trovare il modo per evitare le pressioni esercitate contro i cristiani, come nel caso del matrimonio e del chador, che alcuni dirigenti cercano di imporre alle ragazze cristiane, per non parlare del divieto di bevande alcoliche...

Saadi El Maleh, giornalista e professore universitario, parlando con AsiaNews ha sostenuto che gli  attacchi contro i cristiani dell'Iraq sono una risposta contro la presenza delle forze occidentali nel Paese. C'è, a suo avviso, il "pericolo di un probabile esodo collettivo dei cristiani, che sono minacciati perché sono considerati protetti dall'Occidente, il che non è vero e perché sono cristiani".

 

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