18/12/2017, 08.58
CINA-VATICANO
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Shanghai, riapre la cattedrale di sant’Ignazio. Assente mons. Ma Daqin (Video)

di Li Yuan

Era stata chiusa al culto per due anni per restauro. La messa della dedicazione è stata presieduta dal decano della diocesi e concelebrata da 50 sacerdoti. Diversi fedeli speravano che mons. Ma Daqin avrebbe ripreso il suo ministero episcopale. Ma egli è ancora agli arresti domiciliari a Sheshan.

Shanghai (AsiaNews) – La chiesa di sant’Ignazio, cattedrale di Shanghai, nel quartiere di Xujiahui, è stata riaperta al culto due giorni fa, dopo due anni di restauro.

La secolare costruzione presentava degli sfaldamenti al tetto con conseguenti perdite d’acqua piovana, che rischiavano di danneggiare la sicurezza dei fedeli. Il progetto di restauro doveva mantenere la forma originaria della cattedrale, che nel 2013 il Consiglio di Stato ha dichiarato monumento nazionale.

La messa della dedicazione è cominciata il 16 dicembre alle 9 del mattino, presieduta da p. Wu Jianlin, decano della città e concelebrata da 50 sacerdoti locali e di altre parti della Cina.

Alla messa solenne hanno partecipato almeno 2mila fedeli. Qualcuno è arrivato molte ore prima per potere assistervi. Alla fine della messa, a ognuno dei fedeli è stato consegnato un pacchetto-dono che conteneva una statuetta di sant’Ignazio in argilla, un rosario e una borsa con l’immagine della cattedrale.

Settimane prima della riapertura della chiesa, diversi cattolici si sono domandati se per l’occasione, il presidente della celebrazione sarebbe stato mons. Taddeo Ma Daqin. Questo sarebbe stato visto come un segno per il suo ritorno come vescovo alla guida della diocesi. Ma mons. Ma non era presente alla messa.

Dal 7 luglio 2012, giorno della sua ordinazione episcopale, mons. Ma è agli arresti domiciliari e in isolamento nel seminario di Sheshan, per aver dichiarato di voler abbandonare l’Associazione patriottica. Negli ultimi anni le restrizioni ai suoi movimenti si sono allentati.

Nel giugno 2016, mons. Ma ha scosso i cattolici in Cina pubblicando un articolo in cui egli dice di pentirsi per aver lasciato l’Associazione patriottica. Tre mesi più tardi egli è stato riammesso nell’Ap, ma viene riconosciuto solo come sacerdote e non come vescovo.

Il 16 aprile 2017, il giorno di Pasqua, egli ha scosso ancora una volta i suoi fedeli, andando nella diocesi di Mindong (Fujian) per concelebrare con mons. Vincenzo Zhan Silu, un vescovo illecito non ancora riconciliato con la Santa Sede. La concelebrazione era pensata come gesto di riconciliazione, dato che il giorno della sua ordinazione, mons. Ma aveva rifiutato l’imposizione delle mani da parte di mons. Zhan.

In seguito, nel blog della diocesi di Mindong è apparso un articolo sulla cerimonia, in cui si diceva che “mons. Zhan ha presentato ai fedeli il vescovo Ma di Shanghai”. Nominandolo con il titolo di vescovo, l’articolo ha suscitato una speranza (forse illusoria) presso alcuni che dopo tutti questi gesti di pentimento, mons. Ma Daqin sarebbe stato reinsediato nella sua diocesi. Ma egli è stato assente lo scorso agosto, alla ordinazione di quattro nuovi sacerdoti, e alla dedicazione della chiesa lo scorso 16 dicembre.

 

Verso le 11 del mattino del 16 dicembre, mons. Ma Daqin ha postato un messaggio sul suo account di Wechat (il Whatsapp cinese) dicendo che “la temperatura sulla collina [di Sheshan] è sempre 2-3 gradi più bassa che nella città”, dando così indicazioni che quella mattina egli era nel seminario di Sheshan e non poteva partecipare alla messa in cattedrale.

 

Hui Taiyang, un blogger cattolico, commenta con amarezza: “Mons. Ma non ha ricevuto alcun premio per aver accettato il compromesso [col governo]. Per quanto egli esprima [rimorso], sarà sempre abbandonato”.

Una fonte di Shanghai, che ha preferito l’anonimato, ha detto ad AsiaNews che “è ancora troppo presto per parlare della ripresa del ministero episcopale di mons. Ma”.

La cattedrale di sant’Ignazio, in stile Neo-gotico, è stata progettata da un architetto britannico e costruita con fondi donati da imprenditori francesi. È stata completata nel 1910 ed è la chiesa più grande di Shanghai, capace di contenere fino a 3mila persone.

Secondo lo Shanghai Daily, il famoso architetto Liang Sicheng (1901-72) ha elencato la cattedrale di Xuijiahui insieme ad altre quando su commissione del governo del Kuomindang, nel 1945, ha dovuto stilare un catalogo delle architetture degne di essere preservate,

Durante la Rivoluzione culturale (1966-76), vennero demolite le punte delle due torri campanarie e la croce al vertice; le vetrate tutte distrutte. In seguito la chiesa è stata usata come magazzino per una ditta di frutta e verdura ed è caduta in disuso. Nel 1979 l’edificio è ritornato alla diocesi ed ha subito restauri negli anni ’80 e negli anni ’90.

Allo Shanghai Daily, Chen Zhongwei, capo-architetto del progetto, ha dichiarato che quest’ultimo restauro è stato “una riparazione completa, dato che la chiesa non aveva subito profonde manutenzioni dal 1982 e il tetto perdeva in modo serio”.

Uno dei problemi che Chen ha dovuto affrontare era la mancanza di foto antiche e di mappe della cattedrale. Per fortuna egli è riuscito a trovare un disegno originale del 1906 dagli archivi di alcuni cristiani locali.

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