30/07/2015, 00.00
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Zhejiang, arrestati 16 cristiani protestanti: si opponevano alla demolizione delle croci

Il gruppo comprende fedeli e pastori. Le accuse sono “portare avanti affari illegali”, “interferire con l’ordine pubblico” e “procedure segrete”. Per il loro avvocato si tratta di “motivazioni a casaccio, in realtà si opponevano alla distruzione del simbolo religioso”.

Wenzhou (AsiaNews) – Le autorità della provincia orientale del Zhejiang hanno arrestato 16 fra fedeli e pastori protestanti cristiani, accusati di “portare avanti affari illegali”, “interferire con l’ordine pubblico” e “procedure segrete”. In realtà, il gruppo cercava di evitare la demolizione della croce dalla propria chiesa. Secondo l’avvocato Pang Kun “sono stati arrestati perché non volevano permettere la distruzione del simbolo religioso. Le accuse sono state fatte a casaccio”. Il legale aggiunge che ha notizie certe soltanto di sette cristiani, messi in stato d’accusa; degli altri non si sa nulla.

Di otto pastori e leader protestanti, tutti arrestati a Wenzhou, non si hanno infatti ancora notizie. Una fonte anonima, citata da Radio Free Asia, dice: “Sono stati convocati dalla polizia per un colloquio e non sono più usciti. Ho chiesto di loro, ma invano”. Anche del pastore Zhang Chongyang, fermato nella contea di Pingyang, non si sa nulla.

Dal 2013, da quando si è stabilito che il Zhejiang sarà un'area di grande sviluppo economico entro il 2020, è stata lanciata una politica volta ad "abbellire" la regione eliminando le strutture illegali. La campagna è chiamata delle "Tre revisioni e una demolizione", indicando così la percentuale di edifici da distruggere, recuperando terreni da utilizzare per un ricco sviluppo edilizio. Secondo il governo provinciale le demolizioni riguardano tutte le comunità e luoghi privati in modo indistinto. Ma è un fatto che la campagna sta prendendo di mira soprattutto i luoghi cristiani.

I fedeli fanno notare che gli avvisi di distruzione sono iniziati a circolare dopo che Xia Baolong, segretario del Partito del Zhejiang all'inizio dell'anno, ha compiuto un'ispezione e ha notato a Baiquan una chiesa con una croce che svettava in modo "troppo evidente" e offensivo alla vista. Vedendo poi in altre città una selva di croci nello skyline, ha dato ordine di "rettificare" quella visione. Da allora, demolire le croci, distruggere statue e radere al suolo chiese è divenuto l'impegno più cospicuo del Partito.

La comunità cristiana non è rimasta a guardare. Lo scorso 24 luglio il vescovo cattolico mons. Vincent Zhu Weifang di Wenzhou, quasi novantenne, e 26 sacerdoti della sua diocesi hanno manifestato davanti alla sede del governo della città per chiedere la fine del programma. Alcune comunità protestanti hanno invece preparato un lungo memorandum che definisce la campagna “poco più di uno scherzo malriuscito”. A queste proteste si è unito il clero della Chiesa cattolica non ufficiale che, guidato dal vescovo coadiutore mons. Peter Shao Zhumin, ha pubblicato un documento aperto in cui “chiede con forza di fermare la demolizione delle croci da tutte le chiese”.

Cattolici e protestanti insieme, per rispondere alle demolizioni forzate, stanno portando avanti una campagna chiamata “Costruisci e porta la croce”. Si tratta, scrive un sacerdote cattolico che invita tutti i fedeli ad aderire, “di un modo sicuro, legale e non violento per disobbedire alla campagna di demolizioni. Da domani vedremo croci ovunque nella provincia del Zhejiang”.

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