Lo Stato malese applica punizioni discrezionali (takzir), mentre i critici e i gruppi per i diritti umani mettono in guardia dal crescente conservatorismo religioso. Pene di 2 anni o multe fino a 600 euro, in base a una versione della Sharia appena entrata in vigore. Consigliere esecutivo del Terengganu: "Simbolo di ubbidienza tra musulmani".
La marina delle filippine smentisce il filmato circolato in rete, definendolo opera “dell’intelligenza artificiale”. Intanto una nave da guerra dell’arcipelago si unisce alle esercitazioni Asean che iniziano oggi in Malaysia. Una controversia legata a questioni territoriali irrisolte e alla battaglia per la sicurezza combattuta (anche) nel regno dell’informazione.
La Malaysia e il Bangladesh hanno deciso di riprendere l’assunzione di manodopera bengalese, bloccata dopo la scoperta di cartelli criminali che truffavano i migranti. L’intesa prevede pari benefici di sicurezza sociale per i lavoratori stranieri e la possibilità di presentare reclami in bengalese. Restano però preoccupazioni per il persistere di monopoli nel reclutamento e accuse di complicità delle istituzioni nello sfruttamento.
L’obiettivo è di correggere rappresentazioni errate o distorte in materia di sessualità o di sieropositività. La vicenda di un incontro promosso da medici e professionisti in materia e scambiato per “festa gay”, con la polizia che ha compiuto venti arresti. Gruppi pro diritti avvertono: il rischio è di alimentare lo stigma, scoraggiare le cure e mettere in pericolo comunità vulnerabili.
L'annuncio dalla Malaysia dove il premier Anwar ha letto una dichiarazione alla presenza del premier cambogiano Hun Manet e di quello ad interim thailandese Phumtham Wechayachai. Il 4 agosto un nuovo vertice del Comitato di frontiera per consolidare l'intesa. Il monito dell'arcivescovo di Bangkok, mons. Vira Arpondratana: "Non si strumentalizzino complesse questioni storiche per fini nazionalisti che distolgono l'attenzione da problemi interni".
Il premier di Kuala Lumpur parla di un cessate il fuoco, ma le due parti continuano ad accusarsi a vicenda mentre crescono i morti e il numero degli sfollati. Il confine tracciato dai francesi nel 1907 e la conseguente sorte dei templi di Preah Vihear e Ta Muen Thom facile appiglio per il nazionalismo che su entrambi i fronti serve a coprire altre tensioni. Ma quella contesa è anche un'area da cinquant'anni crocevia di attività criminali.