'Elogio della monogamia', la nuova Nota dottrinale della Santa Sede
Presentata dal Dicastero per la Dottrina della Fede, propone una visione positiva dell’unione esclusiva tra un uomo e una donna. Nato dalla domanda dei vescovi africani, si avvale di Scritture, storia, filosofia e poesia. Diffusa il 25 novembre, Giornata per l’eliminazione della violenza contro le donne: "Vero amore si arresta di fronte alla dimensione sacra dell’altro".
Città del Vaticano (AsiaNews) - “L’intenzione di questa Nota è fondamentalmente propositiva: estrarre dalle Sacre Scritture, dalla storia del pensiero cristiano, dalla filosofia e persino dalla poesia, ragioni e motivazioni che spingano a scegliere un’unione d’amore unica ed esclusiva, un’appartenenza reciproca ricca e totalizzante”. Così nell’introduzione di Una Caro. Elogio della monogamia. Nota Dottrinale sul valore del matrimonio come unione esclusiva e appartenenza reciproca, presentata stamane nella Sala Sampa della Santa Sede, si espongo gli obiettivi del nuovo documento del Dicastero della Dottrina della Fede. Diffuso oggi, 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, e, per la Chiesa, memoria di Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi, primi coniugi beatificati insieme.
Il card. Víctor Manuel Fernández, prefetto del Dicastero, sin dall’inizio del suo intervento ha sottolineato che la nascita della Nota è sostenuta dalla domanda di “molti vescovi africani”, che riscontrano “difficoltà” nel rendere ragione della monogamia in contesti culturali dove la poligamia è diffusa, se non è la norma. “Ci hanno fatto capire, in alcuni interventi, che non riuscivano a motivare i ragazzi verso questa unione esclusiva”, ha detto rispondendo alle domande della stampa. E ha chiarito: “L’obiettivo non era parlare contro la poligamia, ma motivare la monogamia, anche in Italia”. La Nota risponde al mandato di papa Francesco, in cui rientra la Nota sui titoli mariani e una in preparazione sulla trasmissione della fede. In attesa che il Dicastero incontri Leone XIV per indicazioni sulle nuove direzioni.
La prof.ssa Giuseppina De Simone, della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, intervenendo alla conferenza ha spiegato le ragioni della scelta della parola “elogio”, nell’accezione di “cantare le lodi”. “Un testo profetico, non pensato per correggere, ma per prospettare, per offrire una visione, una visione non astratta”, ha affermato. Pensato per affermare “la bellezza di un amore esclusivo, ma tutt’altro che escludente”. “Più di 60 pagine, attraversando la scrittura, il magistero, la riflessione teologica, ma anche la letteratura e la poesia, per dire ciò che non è dicibile, e che può essere soltanto cantato, ciò che soltanto il giubilo può restituire”, ha spiegato.
Diversi sono gli autori che compaiono in questo “testo rigoroso, documentato”, che “narra la bellezza di essere una sola carne”, ha aggiunto la professoressa. Per citarne alcuni: i pontefici Francesco, San Giovanni Paolo II, San Paolo VI, Leone XIII, e filosofi, scrittori e padri della Chiesa, come Sant’Agostino, San Tommaso d’Aquino, Søren Kierkegaard, Eugenio Montale. La presenza di autori “non santi” è “segno che la monogamia non è solo un valore soprannaturale rivelato, ma anche una convinzione naturale che appare come un valore in diverse manifestazioni culturali”, ha detto il card. Fernández. Nel testo s’intende il matrimonio come “unione esclusiva e appartenenza reciproca”; se esclusiva non fosse “sarebbe un dono parziale di sé che non rispetta la dignità del partner”, ha aggiunto.
Il matrimonio è quindi “totalizzante” e può “realizzarsi tra due e solo due, un solo uomo e una sola donna”, ha affermato il prefetto del Dicastero della Dottrina della Fede. Accanto a questo primo argomento “basilare”, è stato articolato anche il tema della dignità personale di ognuno dei due coniugi. Tema rilevante nella giornata odierna per l’eliminazione della violenza contro le donne, istituita dall’Assemblea Generale dell’Onu nel 1999. Violenza che, nella Convenzione di Istanbul dell’11 maggio 2011 si definisce come “manifestazione dei rapporti di forza storicamente diseguali tra i sessi”. Nella stessa si riconosce la sua “natura strutturale”, e viene indicata “l’uguaglianza di genere de jure e de facto” come “elemento chiave” di prevenzione del fenomeno diffuso a ogni latitudine.
Il card. Víctor Manuel Fernández, riportando il testo della Nota, ha affermato che “manipolazioni, gelosie, vessazioni, infedeltà” si sviluppano quando viene meno la “convinzione propria del vero amore, che si arresta di fronte alla dimensione sacra dell’altro”. La “mutua appartenenza propria dell’amore reciproco ed esclusivo”, implicherebbe, al contrario, “una cura delicata, un santo timore di profanare la libertà dell’altro, che è la stessa dignità, e pertanto gli stessi diritti”. Nel documento si sottolinea che “chi ama veramente” non usa le altre persone come “mezzo”, ma colma il proprio “vuoto” attraverso modi alternativi al “dominio dell’altro”. Ciò vale anche per le persone celibi, talvolta responsabili di abusi.
La mancanza di rispetto della dignità altrui, ha continuato il card. Fernández, emerge anche da “pretese di complementarietà”. Non c’è nell’unione matrimoniale un “modello unico di reciprocità”, si legge. Ogni persona rappresenta un “nucleo non cedibile”, che non dovrebbe annullarsi nella relazione. “Il sano e bello ‘noi due’ non può che essere la reciprocità di due libertà che non vengono mai violate, ma si scelgono a vicenda”, afferma la Nota. Che sottolinea l’importanza di “reagire in tempo” ai primi segnali di “irritazione” e “mancanza di rispetto”. Il documento suggerisce che in questi casi “la persona [vittima] deve far valere la sua dignità, porre i limiti necessari e iniziare un cammino di dialogo sincero, in modo tale da esprimere un chiaro messaggio: ‘Tu non mi possiedi, tu non mi domini’”.
La Nota dottrinale Una Caro. Elogio della monogamia, suddivisa in sette capitoli, si presenta come un sussidio per aiutare giovani, coppie di fidanzati e sposi ad approfondire la “ricchezza” del matrimonio cristiano. È destinata anche ai vescovi, specie coloro in realtà pastorali dove la poligamia è un fatto culturale, ma anche a coloro che operano in Occidente, dove cresce il “poliamore”, forma di relazione consensuale in cui più persone sono coinvolte contemporaneamente. Infine, anche se non si cita la parola "femminicidio", il card. Fernández ha affermato che esso “certamente è un tema che dobbiamo ancora approfondire”, dichiarandosi lieto che “questo documento sia presentato in questa giornata”, 25 novembre, in cui cui nel mondo sia civile che religioso si sensibilizza sul contrasto alla violenza di genere.
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