09/05/2008, 00.00
IRAN
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A Teheran inflazione ufficiale al 19,5% e la sua maggior causa è il governo

In realtà essa è vicina al 24%. Le cause, secondo un noto economista iraniano, oltre al deficit delle spese dell’amministrazione, vanno cercate in crisi del dollaro, alto costo delle transazioni con l’estero, dovuto alle sanzioni internazionali, aumento dei prezzi alimentari e contrasti tra la politica fiscale e quella monetaria.
Teheran (AsiaNews) – L’inflazione - ufficialmente al 19,5%, ma in realtà vicina al 24% - sta avendo un impatto molto forte sull’economia iraniana. Numerosi i fattori che concorrono: la crisi del dollaro, l’alto costo delle transazioni con l’estero, dovuto alle sanzioni internazionali, l’aumento dei prezzi alimentari e la mancanza di coordinamento, ed addirittura i contrasti tra la politica fiscale e quella monetaria portate avanti dal governo di Ahmadinejad. “E questo – spiega l’economista Saeed Leylaz – accade per la prima volta nella storia di questo Paese, sia prima che dopo la rivoluzione del 1979”.
 
Intervistato da Rooz, giornale on line di oppositori, Leylaz rileva in primo luogo che “negli ultimi tre anni, i prezzi degli alimenti sono aumentati del 65-70% e che nel frattempo l’economia iraniana da esportatrice si è fatta importatrice” di questo genere di prodotti. “L’Iran attualmente spende miliardi di dollari per auto, frutta, vari tipi di carne, ma anche automobili ed altri prodotti stranieri, che peraltro non sono essenziali. Attraverso queste importazioni, l’inflazione che c’è sui mercati internazionali entra nell’economia del Paese”.
 
In secondo luogo c’è l’impatto delle sanzioni internazionali legate alla questione nucleare. “Aprire delle lettere di credito per importare qualsiasi cosa sta divenendo ogni giorno più difficile e costoso”.
 
Neppure i proventi petroliferi – 200 miliardi di dollari negli ultimi tre anni - appaiono una soluzione del problema. “Fino l 1997 avevamo importazioni per circa 12 miliardi di dollari, penso che nel 2008 siano arrivate a 70-75 miliardi per merci e servizi. E’ sei-sette volte di più e noi non abbiamo la capacità di importare così tanto”.
 
E’ una situazione alla quale, a giudizio dell’economista, non si può far fronte con provvedimenti a breve termine, “gli unici che prende l’amministrazione Ahmadinejad”. Proprio il governo, per Leylaz è al centro del problema inflazione. Ci vuole una appropriata politica fiscale e soprattutto vanno ridotte le uscite originate dal governo. “Il governo dovrebbe riuscire a ridurre il suo deficit e ciò richiede che riduca le sue dimensioni, controlli le sue spese e aumenti le sue entrate. Non c’è altro modo di ridurre l’inflazione, visto che la sua maggiore causa è il bilancio negativo del governo”. “A breve termine, il miglior modo per tenere sotto controllo l’inflazione è aumentare il tasso di interesse”.
 
 
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