20/10/2023, 12.54
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A differenza della Cina, l'immobiliare indiano traina l'economia

Dati e previsioni sottolineano una robusta crescita, anche se è difficile prevedere come evolverà il mercato nel lungo periodo. A favorirlo la crescita del benessere tra la popolazione e una serie di politiche economiche varate dal primo ministro Narendra Modi. Anche gli investitori stranieri stanno abbandonando Pechino per New Delhi.

New Delhi (AsiaNews) - Il mercato immobiliare indiano sta dimostrando una robusta e rapida crescita, in netta controtendenza rispetto all’economia cinese, con cui Delhi non fa segreto di essere in competizione. Molti però si chiedono se e quanto potranno durare i guadagni per il settore. 

Nonostante un continuo aumento dell’offerta, nel secondo trimestre del 2023 il prezzo degli immobili in India ha registrato un incremento del 7,21%, in aumento rispetto al 6,78% del primo trimestre 2023 e al 2,83% del secondo trimestre 2022. A Mumbai, rispetto allo scorso anno, le vendite immobiliari sono aumentate di oltre il 16%. L’edilizia in India impiega più di 50 milioni di persone e rappresenta il 7% del prodotto interno lordo, ma è probabile che con l’andamento attuale possa raggiungere vendite per 1.000 miliardi di dollari entro il 2030 e contribuire al PIL per il 13% già entro il 2025. Secondo altre previsioni, nel 2047 (centenario dell’indipendenza indiana), le dimensioni dell’economia indiana potrebbero variare da 33mila a 40mila miliardi di dollari, il settore immobiliare potrebbe crescere fino a 12 volte raggiungendo i 5,8mila miliardi di dollari (l’anno scorso valeva 477 miliardi di dollari) contribuendo alla produzione economica nazionale per oltre il 15%. 

Sono diversi i fattori che hanno contribuito a rendere il mercato immobiliare indiano così vivace: con un aumento diffuso del benessere è aumentata la disponibilità economica dei residenti urbani, che hanno fatto salire la domanda di nuove case, mentre a causa delle condizioni climatiche estreme le abitazioni più vecchie stanno andando incontro al deterioramento. Anche le politiche economiche attuate del primo ministro indiano Narendra Modi dopo il crollo immobiliare di una decina di anni fa, hanno però avuto un ruolo importante.

A causa di una serie di condanne giudiziarie che hanno svelato la corruzione interna al settore, molti progetti non erano stati portati a termine e la domanda non era sufficiente per sostenere la crescita del settore. Dopo essere salito al potere nel 2014, il premier Modi ha imposto agli imprenditori immobiliari l’obbligo di pagare tassi di interesse superiori a quelli di mercato sui depositi dei progetti in ritardo, incentivandone il completamento. È stato inoltre vietato di dirottare i depositi per progetti diversi, mentre alle istituzioni finanziarie è stato chiesto di ridurre e monitorare con maggiore attenzione i prestiti. Restano ancora centinaia di progetti immobiliari insolventi (308 solo nello Stato del Maharashtra) ma i fallimenti si sono ridotti.

Secondo The Economist questo segna una netta differenza rispetto alla Cina, la cui economia nazionale sta sperimentando gli effetti di un mercato immobiliare depresso. Per il terzo mese consecutivo, affermano i dati dell’Ufficio nazionale di statistica, i prezzi delle abitazioni sono scesi ancora, nonostante gli sforzi di Pechino per risollevare il settore, e le conseguenze si faranno sentire anche sull’economia globale, ha avvisato due giorni fa il Fondo monetario internazionale. Gli investimenti immobiliari in Cina sono crollati del 9,1% nei primi nove mesi del 2023, segnale della scarsa fiducia degli investitori, che si stanno rivolgendo all’India, dove, sebbene non si possa prevedere l’andamento dell’immobiliare nel medio-lungo periodo, è evidente che il settore sia riuscito a mantenere lo slancio economica e a garantire guadagni anche nel mercato azionario, nonostante un rallentamento delle esportazioni. 

La società di Singapore CapitalLand Investment Limited, per esempio, ha annunciato l'intenzione di raddoppiare le proprie attività immobiliari nei prossimi tre anni. Anche Gaw Capital Partners, colosso di investimenti con base a Hong Kong, ha intenzione di aprire un ufficio in India. Ma le imprese straniere non sono solo interessate alla costruzione di edifici a uso domestico: diverse aziende giapponesi si stanno concentrando sui mercati emergenti per la costruzione di uffici. Sumitomo Realty & Development attuerà entro il 2030 un progetto di riqualificazione da 3,34 miliardi di dollari nel centro di Mumbai, dopo una serie di investimenti andati bene nella stessa metropoli. Anche Mitsubishi Estate ha investito in un fondo istituito da un costruttore con sede a Singapore che prevede di completare il progetto, a Chennai, la quarta città più grande dell’India entro il prossimo anno. Mitsui Fudosan, dopo aver costruito un palazzo per uffici a Bangalore, sta ora lavorando alla seconda fase del progetto.

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