22/05/2008, 00.00
CINA
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Aiuti per il terremoto: i ricchi cinesi danno meno dei poveri

di Zheng Siqing
Il settore immobiliare, arricchitosi prima delle Olimpiadi, è al penultimo posto nelle donazioni, anche se rappresenta il 10% del Pil. Un mendicante ha dato il ricavato di una giornata di elemosine: 102 yuan. I proprietari immobiliari affermano che i loro impiegati non devono donare più di 10 yuan.

Pechino (AsiaNews) - La comunità internazionale, affianco a quella cinese, sta facendo tutto il possibile per soccorrere ed aiutare i terremotati del Sichuan. Non è così per i neo-ricchi cinesi. Soprattutto gli imprenditori immobiliari stanno creando stupore e scandalo per la loro avarizia. Eppure nella preparazione alle Olimpiadi, essi si sono arricchiti con la velocità di un fulmine sfruttando proprio il sudore e il sangue di tanti lavoratori immigrati del Sichuan.

Non è la prima volta che questi re del mattone stupiscono l’opinione pubblica. Alcuni di loro – tutti figli o parenti di alti quadri del Partito – eletti come rappresentanti all’Assemblea del Comitato consultivo politico, lo scorso marzo hanno chiesto più tutele per il loro settore dichiarando che “l’alto prezzo delle case in Cina è colpa dei poveri” e manifestando opposizione alle leggi introdotte per difendere i diritti dei lavoratori.

A proposito delle donazioni per il terremoto del Sichuan, uno di loro ha dichiarato: “La Cina è un paese con frequenti disastri naturali. Le donazioni non devono diventare un peso per le imprese e gli individui. Per questo, l’offerta dei nostri impiegati non deve superare i 10 yuan (1 euro)”. E ancora: “Ammiro quelli che hanno donato 10 milioni, ma per noi, 2 milioni sono sufficienti”. Sono parole di Wang Shi, presidente della China Vanke Co., Ltd gruppo immobiliare che ha appunto donato 2 milioni di yuan (20 mila euro) ai terremotati. La cifra equivale al prezzo di un piccolo appartamento di 50 mq a Pechino, e rappresenta lo 0,045% del guadagno netto del suo gruppo nel 2007. Per misurare la sua generosità, basta ricordare che questo ricco cinese ha speso “solo” 4 milioni di yuan per il matrimonio del figlio; 3,684 milioni di yuan in 6 anni per scalare le montagne, lo sport che lui ama tanto.

Ma Yun (Jack), presidente del Consiglio d’amministrazione della Yahoo! Cinese, nonchè membro dell’ABAC (Business Advisory Council) all’APEC (Asia-Pacific Economic Cooperation), ha dichiarato da parte sua: “Anche avendo grandi possibilità, gli imprenditori cinesi non devono partecipare alle opere di carità, [ma piuttosto] ampliare la produzione. A me pare sia sufficiente [donare] uno yuan (10 centesimi di euro)”.

Un medicante cinese ha dato di più: per i terremotati egli ha versato 102 yuan (circa10 euro), tutto quello che aveva nella tazza delle elemosine (v. foto).

Anche nella tragedia del Sichuan si manifesta il quadro sociale generale della Cina di oggi: i poveri che hanno perso il lavoro; i contadini che hanno perso la casa e terra; i mendicanti che non hanno più niente.... Insomma, le fasce deboli a cui è stato tolto ogni diritto per arricchire i figli e i parenti dei quadri comunisti. E questi neo-ricchi, senza coscienza, rifiutano ogni responsabilità sociale. Tutto questo grazie alla politica di Deng Xiaoping, di “lasciare che alcuni si arricchiscano prima di altri”. Eccoli questi “primi arricchiti”!

Le ultime cifre sulle donazioni per la tragedia del Sichuan, mostrano che le offerte del settore immobiliare cinese - che copre quasi il 10 % del Prodotto interno lordo (Pil) - sono al penultimo posto con 460 milioni di yuan (46 milioni di euro), primi soltanto al settore sanitario, che ha offerto medicine e attrezzature, e ore di lavoro dei paramedici, non calcolati nelle statistiche.

Alcuni famosi immobiliaristi cinesi, i cui gruppi sono quotati in borsa, hanno chiesto ai direttori di giornali di “non mettere la nostra impresa nella lista da voi pubblicata, e soprattutto di non mettere la cifra precisa”. Che significa? In passato questi imprenditori hanno pubblicizzato così tanto le loro affermazioni. Personalità come Ren Zhiqiang, Pan Shiyi hanno stupito l‘opinione pubblica per le loro opinioni (“i poveri non devono pretendere di avere una casa propria”; “noi non siamo al servizio della gente comune, i ricchi sono il nostro target da servire”; “l’alto prezzo delle case è prodotto dalla voglia dei poveri a comprare una casa”; “aiutare i poveri non è compito nostro, ma dello Stato”. Oggi invece preferiscono l’assoluto silenzio.

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