12/09/2025, 11.12
THAILANDIA
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Bangkok: il governo Anutin e il nodo della riforma della Costituzione

Il People's Party ha condizionato il suo sostegno alla riscrittura delle regole che hanno portato alla liquidazione per via giudiziaria dei vincitori delle elezioni. Ma la Corte Costituzionale è già intervenuta sostenendo che prma occorre un referendum in cui il voto popolare dia un mandato per poter iniziare a discutere di cambiamenti. L'ipotesi è che si tenga insieme alle elezioni generali promesse entro quattro mesi.

Bangkok (AsiaNews) - A una settimana dal voto con cui il parlamento lo ha designato - dopo la forzata uscita di scena di Paetongtarn Shinawatra, leader del Pheu Thai, decretata dalla Corte costituzionale - il neo-primo ministro Anutin Charnvirakul, leader del partito conservatore Bhumjaithai (Bjt) si trova già alle prese con il nodo su cui si fonda l’inedita alleanza con i riformisti del People’s Party: la questione della riforma della costituzione thailandese. Il People’s Party – esito della trasformazione imposta a Move Forward, il partito che ottenne a sorpresa la maggioranza relativa nelle elezioni del 2023, salvo poi venire subito colpito da un intervento giudiziario che ha messo fuori gioco il suo leader Pita Limjaroenrat – ha condizionato il suo sostegno al governo Anutin non solo all’indizione di nuove elezioni entro quattro mesi, ma anche all’avvio di una riforma della Costituzione che limiti le possibilità di cambiare per via giudiziaria l’esito del voto popolare. 

In forza di questo Anutin ha dichiarato oggi che la riscrittura della costituzione deve essere accelerata, poiché il parlamento ha l'autorità per avviare la stesura di una nuova carta costituzionale. Lo ha fatto rispondendo a una nuova sentenza della Corte Costituzionale che mercoledì ha stabilito che prima di avviare il processo è necessario tenere un referendum pubblico per determinare se il popolo sia d’accordo con la stesura di una nuova Carta e che poi – ha termine del processo – andrà comunque sottoposta a un ulteriore referendum per la ratifica. La Corte ha inoltre bloccato la possibilità di eleggere direttamente i membri di un'Assemblea Costituente.

Alla luce di tutto questo Anutin ha ribadito che il processo di modifica costituzionale ha ribadito che spetta al parlamento, ma anche che terrà fede all’impegno preso con il People’s Party di tenere nuove elezioni entro quattro mesi. Se il processo non potrà essere completato in tempo – ha aggiunto - dovrà essere messo in pausa. La Camera sarà quindi sciolta, seguita da elezioni generali. E ha aggiunto che tutti i partiti dovranno poi spiegare chiaramente al pubblico come intendono modificare la costituzione.

Da parte sua Parit Wacharasindhu, portavoce del People’s Party, ha dichiarato che dopo i colloqui con il partito Bumjaithai ma anche con il Pheu Thai, il partito della famiglia Shinawatra, tutti e tre hanno concordato di procedere con la stesura di una nuova costituzione attraverso due referendum. Il parlamento modificherebbe subito il Capitolo 15/1, che riguarda il meccanismo di redazione della costituzione, che sarebbe seguito dal primo referendum per chiedere se una nuova costituzione debba essere scritta e se approvare la modifica. Un secondo referendum approverebbe la bozza definitiva. Parit ha affermato che la tempistica consentirebbe di far coincidere il primo referendum con le elezioni generali, previste entro quattro mesi. Anche la Commissione elettorale si è detta d’accordo sulla possibilità di accorpare il primo referendum al voto per il nuovo parlamento.

Ora, dunque, spetterà alle diverse forze politiche scoprire le carte su quali modifiche intendono portare alla struttura istituzionale del Paese. Compresa la questione della famigerata legge sulla “lesa maestà del re” spesso utilizzata in questi anni dalle élite e dai militari per stroncare ogni loro avversario politico. E sulla quale lo stesso Thaksin Shinawatra - rimandato in carcere nei giorni scorsi per la sospensione dei “benefici” sulle precedenti condanne concessi al suo rientro in Thailandia l’anno scorso – attende di essere nuovamente giudicato.

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