23/11/2005, 00.00
BANGLADESH
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Bangladesh, 100 mila in piazza chiedono le dimissioni del governo

Durante la manifestazione, organizzata dai partiti d'opposizione, dure denunce contro la coalizione al potere, definita complice del crescente fondamentalismo islamico nel Paese. Il governo cerca di bloccare la dimostrazione e, come sempre, nega tutte le accuse.

Dakha (AsiaNews) - Il governo del Bangladesh sponsorizza i militanti islamici e getta il Paese nella miseria. L'accusa è dell'ex premier Sheikh Hasina che ieri ha parlato davanti a una folla di 100 mila persone riunitasi al Paltan Maidan di Dhaka: la dimostrazione è stata organizzata da 14 partiti dell'opposizione per chiedere le dimissioni del governo attuale a favore di uno "secolare e democratico" in vista delle elezioni generali del 2006.

Le autorità hanno tentato in più modi ad ostacolare la manifestazione: la polizia ha fermato numerosi manifestanti nei posti di blocco dentro e fuori la capitale; squadre di uomini del Partito nazionale del Bangladesh - Bnp, il partito al potere - si sono scontrati con altri nei pressi del luogo della dimostrazione; il governo aveva in precedenza dichiarato che il vasto dispiegamento di forze dell'ordine era volto ad assicurare il pacifico svolgimento dell'iniziativa; i leader del settore trasporti vicini al Bnp avevano inoltre indetto per ieri uno sciopero generale nel tentativo di tenere più gente possibile lontana dalla protesta.

A Paltan Maidan l'opposizione ha esposto il suo programma comune in 23 punti; tra i partiti aderenti la Awami League (Al), il Jatiya Samajtantrik Dal (Jsd) e la National Awami League (Nap). Le proposte per risollevare il Paese abbattuto dal "fondamentalismo e dalla corruzione" sono chiare: separare il potere giudiziario da quello esecutivo, sradicare la corruzione, concludere le indagini sugli attentati dinamitardi nel Paese, maggiore indipendenza ai media statali, riforme nella previdenza soziale.

"Il governo ha provato la sua incapacità a guidare il Paese - ha detto nel suo intervento la Hasina - non abbiamo sicurezza nella vita pubblica, il sistema giudiziario è marcio, l'economia a terra e l'alleanza al potere sponsorizza criminali e militanti islamici usando il Rab (un'unità speciale della polizia) per perseguire l'opposizione". "Quali misure ha preso il governo dopo le 500 bombe esplose nel Paese ad agosto? Cosa contro l'uccisione di giudici da parte dei militanti? Il tuo tempo è scaduto" ha detto Hasina rivolgendosi al primo ministro attuale, Khaleda Zia. Secondo la Hasina circa 26 mila persone sono state uccise negli ultimi 4 anni di governo; la repressione non ha risparmiato donne, bambini e giornalisti.

Il governo però risponde negando le accuse. Fonti di AsiaNews denunciano che esso cede alle pressioni dei fondamentalisti, ma è pur sempre interessato a che episodi di violenza non vengano a galla. Davanti alla stampa e alla comunità internazionale le autorità negano sempre tutto, cercando di far apparire il Bangladesh come un Paese esente da fondamentalismo o terrorismo per facilitare gli investimenti esteri.

E' successo così anche lunedì scorso, 21 novembre, a Londra, alla presentazione del rapporto sull'estremismo in Bangladesh a cura della Conferenza europea per i diritti umani. Lord Avebury, vice presidente del gruppo parlamentare per i diritti umani in Inghilterra e presidente della International Bangladesh Foundation, ha presieduto l'evento. In quest'occasione rappresentanti delle minoranze religiose e etniche nel Paese hanno fornito esempi di persecuzioni a loro danno e chiesto un intervento immediato di Dhaka. Alla conferenza, la delegazione governativa ha negato tutto accusando gli organizzatori di voler screditare il Paese.

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