07/10/2008, 00.00
THAILANDIA
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Barricate, gas lacrimogeni, 60 feriti: inizia il nuovo governo a Bangkok

I dimostranti appartengono al Pad (Alleanza popolare per la democrazia) e esigono le dimissioni del primo ministro, parente di Thaksin, e il cambiamento della legge elettorale, troppo dipendente dalla maggioranza rurale, considerata poco istruita e manipolabile.

Bangkok (AsiaNews/Agenzie) – Alcune migliaia di persone hanno cercato di bloccare il nuovo primo ministro thai che si apprestava a fare il suo discorso di programma al parlamento. La polizia ha usato gas lacrimogeni e spazzato via barricate per aprire la strada all’auto del premier, ferendo almeno 60 persone.

Il primo ministro Somchai Wongsawat ha aperto la sessione del parlamento circa un’ora e mezza dopo l’orario prefissato. Nel suo discorso ha parlato della crisi finanziaria mondiale, del riscaldamento del pianeta e della sanità nel Paese. Mentre parlava, all’esterno la polizia ha attaccato ancora diversi manifestanti, che armati di bastoni e fionde hanno tentato di tagliare anche l’elettricità all’edificio.

I dimostranti appartengono all’Alleanza popolare per la democrazia (Pad), un’alleanza di commercianti, accademici e attivisti che vuole le dimissioni del governo e cerca un cambiamento della legge elettorale.

È da almeno 6 settimane che il Pad combatte contro la formazione governativa. Essi accusano il nuovo primo ministro di essere un parente dell’ex premier Thaksin Shinawatra, deposto nel 2006 dai militari che lo accusavano di corruzione. Thaksin, che ora vive all’estero, è cognato di Somchai.

In precedenza, a partire dal 26 agosto scorso, il Pad ha raccolto migliaia di dimostranti per cacciare l’allora primo ministro Samak Sundaravej, anch’egli accusato di essere una marionetta di Thaksin. Samak è stato poi allontanato dalla carica il 9 settembre scorso. Un tribunale lo ha giudicato colpevole di conflitto di interessi: aveva accettato dei soldi per ospitare una trasmissione televisiva di cucina all’interno dell’ufficio del premier.

Il Pad accusa il partito al potere, il People’s Power Party, di prendere i voti dagli agricoltori e dalle comunità rurali, che sono la maggioranza. Il Pad afferma che questo elettorato è quasi analfabeta e rischia di essere manipolabile. Per questo essi desiderano cambiare la costituzione e abbandonare il sistema di voto individuale (un uomo un voto), facendo spazio a un sistema misto dove ci siano rappresentanti di gruppi sociali e di professioni.

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