24/06/2011, 00.00
LIBANO
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Bechara Raï: i pericoli delle rivolte arabe, e il progetto Usa

di Fady Noun
Il patriarca maronita ha evocato la possibilità che le rivolte portino a regimi integralisti, e il rischio di una divisione del mondo arabo in Stati confessionali. E' presente anche il timore di una destabilizzazione della Siria, e le sue conseguenze in Libano, Iraq e Giordania.
Beirut (AsiaNews) – Il nuovo patriarca maronita, mons. Béchara Boutros Raï, parlando davanti all’84ma assemblea generale della riunione di aiuto alle Chiese orientali (Roaco) ha evocato la possibilità di vedere le rivolte in corso nel mondo arabo tradursi in regimi integralisti. E ha anche parlato del rischio di vedere il progetto “Nuovo medio oriente” attribuito all’amministrazione americana sboccare in una “divisione del mondo arabo in Stati confessionali”. Queste affermazioni oggi sono ampiamente riprese dalle prime pagine dei giornali libanesi.

Il patriarca maronita ha ricordato i lavori dell’assemblea speciale del Sinodo dei vescovi consacrato alle Chiese del Medio oriente, svoltosi nell’ottobre 2010 a Roma; ed ha affermato che il ruolo della Chiesa cattolica, in questo contesto pieno di incertezze, è aiutare a mantenere, nelle loro società rispettive, i cristiani del mondo arabo al servizio dello sviluppo culturale ed economico di queste società e della loro crescita.
Implicitamente il patriarca maronita ha espresso il suo timore di vedere i cristiani di Siria spinti all’esodo, come i loro fratelli iracheni, nel caso di una destabilizzazione della Siria.

Questa destabilizzazione avrebbe conseguenze incalcolabili in tutta la regione, ha dichiarato da parte sua un deputato libanese, Farid al-Khazem. In Libano, certamente, ma anche in Iraq e in Giordania. Il parlamentare ha affermato con chiarezza che la Turchia cerca di essere uno dei protagonisti del cambiamento in Siria, in base a una sua propria agenda, ma anche grazie a una missione che le sarebbe stata affidata dalla comunità internazionale. Notiamo che l’opposizione siriana ha trovato nella Turchia un paese d’accoglienza.

Queste dichiarazioni echeggiano quelle del patriarca greco-cattolico Gregorio III in apertura del sinodo annuale della sua Chiesa, che si svolge dal 21 al 25 giugno a Aïn Trez, residenza estiva del patriarca. Il patriarca ha consigliato agli Stati Uniti e alla comunità internazionale di non lasciarsi distrarre dal problema fondamentale del Medio oriente, il conflitto israelo-palestinese, moltiplicando le “mozioni” antisiriane. E ha chiamato la Chiesa greco-cattolica in Siria a una giornata di digiuno e di preghiera ieri, 23 giugno.

La riunione della Roaco, dal 21 al 24 giugno, quest’anno ha accordato un’attenzione particolare al Medio oriente e in particolare alla Terrasanta. Il patriarca copto-cattolico Antonios Naguib ha offerto ai partecipanti, alla luce della sua esperienza personale, elementi di lettura sulla situazione attuale dei cristiani in Medio oriente per orientare il servizio delle agenzie che sostengono la missione delle Chiese orientali e il loro impegno ecumenico e interreligioso a favore della pace.

La Roaco è stata fondata nel 1968 dalla Congregazione per le Chiese orientali e riunisce le agenzie impegnate nel sostegno finanziario delle comunità cattoliche dell’Oriente in tutte le dimensioni della loro vita: culto, sacerdozio, formazione pastorale, istituzioni educative e scolastiche, assistenza socio-sanitaria. Alla riunione hanno partecipato più di 20 agenzie cattoliche di 10 paesi occidentali diversi. La Roaco è presieduta dal prefetto della Congregazione, il cardinale Leonardo Sandri.
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