29/04/2022, 11.26
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Caldo record in India, gravi rischi per le aree rurali e l'economia

di Alessandra De Poli

Quest'anno le ondate di calore sono iniziate a marzo, ma con il caldo estremo è impossibile lavorare nelle ore centrali della giornata. Le morti sono in drammatico aumento, e il governo dispone ancora di pochi dati per affrontare la situazione. Nelle città gli effetti vengono mitigati dai climatizzatori, che però sono parte del problema.

Milano (AsiaNews) - Il mese scorso in India sono state registrate le temperature più alte da quando il Dipartimento meteorologico indiano ha iniziato a monitorare i dati nel 1900. Le ondate di calore, tipiche della stagione estiva, sono cominciate a marzo a causa dei cambiamenti climatici, affliggendo già gran parte della popolazione indiana e in particolare alcune categorie di lavoratori. In alcune città in questi giorni si sono sfiorati i 44 gradi. 

Un rapporto del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni unite (Ipcc) pubblicato a febbraio metteva in guardia sulla vulnerabilità dell'India al caldo estremo. Per esempio, se la temperatura terrestre dovesse aumentare di 1,5 gradi rispetto ai livelli preindustriali, a Calcutta si creerebbero almeno una volta all’anno le condizioni climatiche di caldo asfissiante che nel 2015 hanno ucciso migliaia di persone in tutto il Paese. 

Il pericolo per gli esseri umani si presenta quando le temperature estreme sono associate a elevati tassi di umidità, inibendo la naturale capacità di abbassamento della temperatura corporea attraverso la sudorazione. Per valutare l’impatto di questi fattori si utilizza la temperatura di bulbo umido, cioè quella che si legge su un termometro avvolto da un panno bagnato o, più tecnicamente, la temperatura più bassa ottenibile dall’evaporazione dell’acqua nell’aria a pressione costante. Due giorni fa nel Bengala occidentale e nell’Orissa si sono registrate temperature di bulbo umido di 29 gradi: gli esseri umani possono sopravvivere solo poche ore all'aperto se la temperatura di bulbo umido supera i 35 gradi.

Le morti legate al caldo estremo sono aumentate in maniera drammatica negli anni: nel 2015 le ondate di calore in India hanno ucciso 2.400 persone, mentre secondo altri dati diffusi dal governo indiano, dal 2010 al 2019 sono morte almeno 6mila persone e va aggiunto che secondo gli esperti questi numeri sono sottostimati.

Il problema si pone soprattutto per i lavoratori delle città (dove il cemento intrappola il calore), per i senzatetto che dormono all’aperto, per gli agricoltori e chi vive nelle aree rurali dove i tetti degli edifici sono spesso in lamiera. A subirne gli effetti più devastanti sono comunque le fasce più povere della popolazione che hanno meno risorse per rinfrescarsi o non hanno la possibilità di lavorare al chiuso. 

L’economia è fortemente influenzata dal caldo estremo: molti lavoratori, come per esempio i guidatori di rickshaw, dicono di non riuscire a lavorare dopo le 10 del mattino e sono costretti a fermarsi per riprendere alla sera, quando le temperature si abbassano. Nel 2019 in Bihar le autorità locali avevano imposto un divieto ai lavori di costruzione dalle 11 alle 16 durante la stagione estiva in un tentativo di tutelare i dipendenti del settore edile. Secondo uno studio dell’Organizzazione internazionale del lavoro entro il 2030 l’India rischia di perdere il 5,8% delle sue ore di lavoro, pari a 34 milioni di posti di lavoro a tempo pieno. Nel 2017 l’India di ore di lavoro ne ha perse 75 miliardi, di cui l’80% nel settore agricolo. E questo in un Paese dove la disoccupazione è già un serio problema per le istituzioni.

La risposta del governo è considerata da più parti inadeguata, anche se negli ultimi anni sono state prese alcune misure efficaci, come campagne di sensibilizzazione e avvisi tempestivi in caso di ondate di caldo imminenti. Servirebbero però più investimenti in termini di capacità di adattamento e resilienza climatica, visto che, avvertono gli scienziati, le temperature aumenteranno ancora. 

Il governo indiano, invece, nonostante le dichiarazioni di intenti fatte durante la COP26 a Glasgow, oltre a non disporre dei dati necessari per affrontare il problema, ha tagliato il budget del ministero dell’Ambiente per il 2021-2022.

Secondo alcuni studi la maggior parte delle morti per il caldo estremo avviene nelle aree rurali dell’india, segnale che un adeguato adattamento socio-economico alle alte temperature può ridurne la minaccia. Tuttavia l’eccessivo utilizzo di climatizzatori rischia allo stesso tempo di alimentare il problema se l’energia utilizzata per farli funzionare non proviene da fonti del tutto rinnovabili. Al momento l’80% dell’elettricità in India viene ancora generata da combustibili fossili, principali responsabili del cambiamento climatico.

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