04/04/2006, 00.00
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Chen: Pechino vuole attaccarci e aumenta le testate missilistiche

In un dibattito televisivo il presidente taiwanese contesta come ambiguo il principio della "unica Cina", mentre denuncia l'escalation militare della Cina Popolare.

Taipei (AsiaNews/Agenzie) – Pechino si prepara a un attacco militare contro Taiwan entro dieci anni: lo ha detto il presidente taiwanese Chen Shuibian durante un confronto televisivo con Ma Ying-jeou, rappresentante dell'opposizione del Kuomintang.

Chen accusa la Cina di alterare lo status quo esistente nello stretto, accumulando testate missilistiche puntate contro l'isola ribelle.

"Il numero di missili puntati contro Taiwan sono ormai 787; nel 2000 erano 200". L'incremento è di 100-120 all'anno. Secondo informazioni raccolte dal governo di Taipei, la Cina segue un programma in tre stadi: "nel prossimo anno – ha spiegato Chen - essi vogliono incrementare le capacità belliche di emergenza; entro il 2010 le capacità belliche a largo raggio; nel 2015 un'aggressione militare su Taiwan".

Il presidente taiwanese ha messo in dubbio le "buone intenzioni" della Cina verso l'isola, basate sul principio dell' "unica Cina".

Durante l'infuocato dibattito televisivo Chen ha perfino messo in crisi il principio dell' "unica Cina" stipulato fra il Kuomintang e le autorità cinesi nel 1992. In quell'anno, negoziatori di Taiwan e della Cina popolare, hanno concluso un incontro ad Hong Kong dicendo che si sarebbero ispirati entrambi al principio che esiste una "unica Cina". Ma il principio è rimasto sempre ambiguo: per Pechino, l'unica Cina è la Repubblica popolare cinese, di cui Taiwan è una provincia temporaneamente "ribelle"; per Taipei, l'unica Cina è la Repubblica di Cina che in un lontano futuro dovrebbe inglobare anche la Cina sul continente. "C'è solo una Cina, ma ogni parte ha la sua interpretazione", ha detto Chen.

Il presidente taiwanese ha poi sfidato il suo omologo in Cina, il presidente Hu Jintao, di accettare pubblicamente che l' "unica Cina" può avere "differenti interpretazioni", ammettendo anche l'interpretazione taiwanese.

Entro la fine del mese, il presidente del Kuomintang, Lian Chan andrà in visita a Pechino. Chen ha chiesto a Ma Ying-jeou che Lian discuta con Hu il tema delle "differenti interpretazioni". Se Hu accetta l'interpretazione taiwanese, Chen si è detto pronto ad aprire dialoghi di pace con Pechino.

L'incontro televisivo di ieri è durato più di 2 ore e si è tenuto su richiesta di Ma, tornato da poco da un viaggio negli Stati Uniti, dove la sua linea equilibrata ha trovato sostegno in alcune frange del mondo politico americano. Chen ha rifiutato i consigli di Ma a ridurre la tensione con la Cina aprendo rapporti diretti nei trasporti e firmando un accordo di pace. Chen ritiene Pechino "non affidabile" nelle sue intenzioni pacifiche.

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