09/06/2006, 00.00
INDIA
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Chiesa indiana: dire no al lavoro minorile

In vista della Giornata mondiale contro il lavoro minorile la Conferenza dei vescovi indiani si rivolge ai cattolici: per sradicare l'"ignobile" fenomeno, dobbiamo iniziare noi per primi. Anche l'indolenza della società contribuisce a non risolvere il problema.

Mumbai (AsiaNews) – Leggi nazionali e internazionali, politiche e impegni di governo non bastano a fermare la piaga del lavoro minorile in India, bisogna impegnarsi nella vita quotidiana iniziando con gesti semplici. È l'appello di mons. Joshua Mar Ignathios, presidente della Commissione lavoro della Conferenza episcopale indiana (Cbci), alla comunità cattolica del Paese, in vista della Giornata mondiale contro il lavoro minorile, il 12 giugno prossimo.

"Svegliati, alzati e ferma il lavoro minorile". Così inizia la lunga lettera a firma di mons. Ignathios, diffusa dalla Cbci. Dopo aver constatato la grande crescita economica dell'India e i risultati raggiunti anche in campo sociale e sanitario, elencato le leggi in vigore sulla tutela dei bambini, il presule denuncia: "Noi siamo consapevoli che questa pratica esiste tra di noi, ma per ovvie ragioni non abbiamo intenzione di sradicarla. Questo allontana la possibilità di una soluzione al problema".

"Il traffico supera il dato di 100 milioni di bambini - ricorda il messaggio - ne discutiamo da anni, ma la situazione non cambia". Secondo mons. Ignathios, non è solo la povertà a generare il fenomeno, ma anche l'indolenza della società. Per questo la Cbci invita i cattolici indiani a cominciare, loro per primi, ad affrontare il problema. E dà alcune, precise direttive:

-         quando ne siamo al corrente, denunciare episodi di sfruttamento;

-         persino se vedete qualcuno nelle vostre famiglie, parrocchie o in istituzioni cattoliche, che fa lavorare un bambino, denunciatelo alle autorità preposte. Dobbiamo pulire prima di tutto la nostra casa;

-         rifiutatevi di prendere thè o snack in alberghi, se a servirli sono bambini. Andate dal responsabile della struttura e chiedetegli quanti anni ha il suo impiegato;

-         aiutare economicamente le famiglie che non possono permettersi le spese scolastiche per i figli; ricordare che la Chiesa inoltre prevede speciali classi serali per i poveri;

-         lavorare insieme ad altre Ong presenti sul territorio per cercare di convincere i vari datori di lavoro, in uffici, alberghi, negozi, ad affiggere all'esterno un cartello con scritto 'Qui non sono impiegati bambini'.

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