Copie del Corano bloccate alla dogana: la protesta dei musulmani di Colombo
Da più di un anno un carico di traduzioni in lingua tamil del testo sacro islamico provenienti da una fondazione saudita sono bloccate in un container. A richiedere il fermo sarebbe stato un funzionario del min istero della Difesa. I parlamentari musulmani: "Discriminazione su base religiosa e linguistica".
Colombo (AsiaNews) - Tutti i membri musulmani del Parlamento dello Sri Lanka - sia della maggioranza che dell’opposizione - hanno rivolto un appello congiunto al ministro degli Affari Religiosi, Hiniduma Sunil Senevi, affinché intervenga per ottenere il rilascio immediato di una partita di copie del Corano tradotte in tamil, attualmente trattenute dalla Dogana dello Sri Lanka.
In una lettera che include tra i firmatari anche il vice-ministro degli Affari Religiosi Muneer Mulaffer, i deputati hanno condannato l’azione definendola una violazione dei diritti fondamentali dei musulmani dello Sri Lanka, tutelati dal Capitolo III della Costituzione. La spedizione, identificata come Container n. FSCU 8233306, sarebbe stata sequestrata il 16 maggio 2024 su istruzioni di un ex segretario del ministero della Difesa, che avrebbe agito per conto del governo.
Il carico trattenuto è stato stampato dal King Fahd Glorious Qur’an Printing Complex in Arabia Saudita, istituzione riconosciuta a livello mondiale per la pubblicazione di testi coranici. Secondo i parlamentari, traduzioni identiche in tamil provenienti da spedizioni precedenti erano state sdoganate senza alcuna obiezione e sono ampiamente disponibili nelle case dei cittadini dello Sri Lanka e sulle piattaforme online.
“La continua detenzione di questi testi religiosi non è solo incostituzionale, ma anche discriminatoria su base religiosa e linguistica - hanno sottolineato i deputati -. Non sono state imposte restrizioni simili ai testi religiosi di altre fedi, e le copie del Corano in lingua araba sono sempre state ammesse senza interferenze”.
I parlamentari hanno anche chiesto lo scioglimento immediato del comitato di revisione ad hoc istituito per esaminare le pubblicazioni islamiche, definendolo arbitrario, non trasparente e discriminatorio. La Commissione per i Diritti Umani dello Sri Lanka (HRCSL) ha inoltre avviato un’indagine sull’accaduto, richiedendo un rapporto formale alla Dogana. Secondo quanto riferito, la stessa primo ministro Harini Amarasuriya ha chiesto una relazione.
L’incidente sta suscitando un ampio dibattito sulla libertà religiosa, l’equità linguistica e la responsabilità istituzionale nello Sri Lanka. I leader musulmani e gruppi della società civile avvertono che tali azioni rischiano di compromettere l’armonia interreligiosa e le tutele costituzionali delle minoranze.





