27/02/2021, 11.34
INDIA – BANGLADESH
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Delhi e Dhaka litigano mentre 81 Rohingya sono alla deriva nel Mare delle Andamane

La nave con 81 profughi è stata soccorsa dalla guardia costiera di New Delhi che non vuole però farla attraccare per rimandarla in Bangladesh da dove è partita. Il ministro degli Esteri di Dhaka: “Non abbiamo nessun obbligo”. Già otto i morti a bordo.

New Delhi (AsiaNews/Agenzie) - La sorte di un gruppo di profughi Rohingya da due settimane alla deriva a bordo di un peschereccio in avaria nel Mare delle Andamane è al centro di uno scontro diplomatico tra l'India e il Bangladesh. Dopo ripetuti appelli ieri la guardia costiera indiana è intervenuta a soccorrere l'imbarcazione che si trova a circa 140 chilometri dalle coste indiane. Partito l'11 febbraio da Cox's Bazar, l'area del sud del Bangladesh dove si trovano i campi dei Rohingya, il peschereccio aveva a bordo 56 donne, 8 ragazze, 21 uomini e 5 ragazzi: erano diretti verso la Malaysia dove i trafficanti promettono di poter trovare loro un lavoro. Dopo quattro giorni, però, i motori sono andati in avaria e la nave è finita così alla deriva: otto persone a bordo sono già morte.

La guardia costiera indiana ha rifornito la nave di acqua e viveri e si sta attrezzando per riparare il guasto, ma non intende far attraccare i profughi sulle proprie coste. Chiede invece che faccia di nuovo rotta verso il Bangladesh, il Paese da cui è partita. L'India non ha mai siglato la Convezione Onu per i rifugiati del 1951 che stabilisce l'obbligo di soccorso e protezione, anche se attualmente ospita oltre 200mila rifugiati, tra cui anche alcuni Rohingya.

La richiesta di New Delhi è stata rimandata al mittente dal ministro degli Esteri di Dakha A.K. Abdul Momen. “Non sono cittadini del Bangladesh - ha dichiarato all'agenzia Reuters - sono cittadini del Myanmar. Sono stati soccorsi a 1700 chilometri dalle acque territoriali del Bangladesh e quindi non abbiamo alcun obbligo di prenderli. Ci è forse stata data la responsabilità globale di accogliere e riabilitare tutti i Rohingya o tutti i boat people del mondo?”. Sono più di un milione i profughi Rohingya che vivono nei campi in Bangladesh, comprese le decine di migliaia che fuggirono dal Myanmar dopo la repressione militare del 2017.

La nuova crisi giunge a pochi giorni dalla scelta della Malaysia di rimandare in Myanmar un gruppo di 1086 profughi, in gran parte appartenenti a minoranze etniche, nonostante la richiesta dell'Onu di verificare la presenza di rifugiati politici e richiedenti asilo.

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