02/12/2025, 11.21
INDIA
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Delhi rifiuta il visto al reverendo Graham: proteste dei cristiani del Nagaland

di Nirmala Carvalho

Il governo indiano ha negato il visto al predicatore evangelico Franklin Graham, figlio del noto Billy Graham, atteso a un evento a Kohima il 30 novembre. La decisione ha provocato dure reazioni in Nagaland, dove la Naga Students’ Federation denuncia una politica “selettiva e discriminatoria”, soprattutto dopo l’allentamento dei permessi speciali per i visitatori che vogliono partecipare ad alcuni festival culturali. 

Kohima (AsiaNews/Agenzie) - Il governo indiano ha negato il visto al leader evangelical americano Franklin Graham, che avrebbe dovuto prendere parte a un evento organizzato dalla Kohima Baptist Pastors’ Fellowship il 30 novembre. La vicenda ha provocato una forte ondata di indignazione nel Nagaland, Stato indiano a maggioranza cristiana. La Naga Students’ Federation (NSF) ha definito la scelta “selettiva e discriminatoria” e ha parlato del rifiuto come di un gesto “profondamente offensivo per i sentimenti del popolo Naga”.

Nella propria dichiarazione, la NSF ha evidenziato la contraddizione del governo centrale, che da un lato ha deciso di allentare i requisiti per ottenere il permesso per le aree protette (Protected Area Permit o PAP), concesso ai visitatori stranieri diretti all’Hornbill Festival, la più grande manifestazione culturale del Nagaland. Dall’altro però ha negato il visto a Graham, figlio di Billy Graham, noto predicatore battista diventato popolare nel secolo scorso. “Questa incoerenza è indicativa di una mentalità discriminatoria”, ha ribadito la federazione.

Il Nagaland, governato dal Nationalist Democratic Progressive Party (NDPP) in alleanza con il BJP, è una delle poche regioni a maggioranza cristiana dell’India. Il chief minister Neiphiu Rio aveva personalmente scritto al ministro dell’Interno, Amit Shah, il 28 novembre per sollecitare il rilascio dei permessi per i visitatori stranieri durante il festival.

Tuttavia, per Franklin Graham non è arrivato alcun via libera. Il predicatore è considerato una figura controversa per alcune sue dichiarazioni passate. Nel 2010, per esempio, in un’intervista a USA Today, Graham aveva definito gli dèi indù incapaci di offrire salvezza: “Nessun elefante con 100 braccia può fare nulla per me. Nessuno dei loro 9.000 dei mi condurrà alla salvezza. Ci illudiamo se pensiamo che basti organizzare una grande cerimonia kumbaya, tenersi per mano e tutto andrà meglio in questo mondo. Non migliorerà”.

Secondo alcuni osservatori queste affermazioni, riprese più volte dai media indiani, hanno determinato la scelta di Delhi. Ma per altri potrebbe anche essere conseguenza delle tensioni diplomatiche tra India e Stati Uniti iniziate dopo la scelta del presidente Donald Trump di imporre dazi molto alti alle importazioni indiane. Il reverendo è considerato vicino al presidente Donald Trump.

Il governo centrale non ha fornito spiegazioni ufficiali sul mancato rilascio del visto.

La decisione ha però generato reazioni anche all’interno della coalizione di governo. Il National People’s Party (NPP), alleato del BJP e al governo nello Stato vicino del Meghalaya, il 29 novembre aveva chiesto al ministro degli Esteri una revisione, poi mai approvata.

Critiche sono arrivate anche dal partito dal Nagaland Pradesh Congress Committee (NPCC), che ha definito il rifiuto del visto “una discriminazione palese contro la comunità cristiana” e “un attacco diretto alla libertà religiosa garantita dalla Costituzione”. Secondo il partito, la scelta rientra nelle “politiche sistematiche e intolleranti del regime BJP-RSS”, un riferimento al partito ultranazionalista indù e all’ala giovanile paramilitare.

Il chief minister Rio, che nei giorni scorsi aveva detto di essere stato rassicurato da New Delhi sull’imminente via libera a Graham, ha commentato sui social: “Siamo rattristati che il rev. Franklin Graham non abbia potuto partecipare perché i suoi documenti non sono stati autorizzati in tempo”, ma “diamo un caloroso benvenuto al reverendo Robert Cunville della @BGEA e al suo team, che ha fedelmente diffuso il Vangelo in tutta l'India portando speranza, guarigione e trasformazione”. BGEA sta per Billy Graham Evangelistic Association.

Rio ha poi rinnovato le critiche verso la reintroduzione del PAP negli Stati del Nagaland, Mizoram e Manipur, una misura che è stata adottata a dicembre 2024 ma che a sua detta ostacola la possibilità di ospitare delegazioni straniere: “Ho scritto diverse volte sollecitando la revoca permanente del PAP nel Nagaland”, ha scritto su X. “I dignitari e le delegazioni straniere incontrano difficoltà poiché i PAP non vengono concessi in tempo, compromettendo gli impegni e i piani di viaggio”.

Il PAP, introdotto nel 1958, obbliga i cittadini stranieri a ottenere un permesso speciale per visitare aree considerate sensibili dal punto di vista della sicurezza nazionale, tra cui gran parte dell’India nordorientale, un lembo di terra separato dal territorio principale del Paese e abitato perlopiù da Stati a prevalenza indigena.

Il caso Graham ha fatto emergere nuovamente le tensioni tra il governo centrale e la comunità cristiana del Nagaland, che da tempo accusa Delhi di adottare politiche ostili e discriminatorie verso le minoranze religiose. La NSF ha promesso che “continuerà a vigilare e a difendere i diritti e la dignità del popolo Naga”.

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