15/01/2024, 11.11
BANGLADESH
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Dhora: cattolici di Dhaka per l’ambiente contro le catastrofi climatiche

di Sumon Corraya

All’inaugurazione della neonata organizzazione - che unisce esperti, attivisti e società civile - anche l’arcivescovo della capitale. Che ricorda come “l’emergenza climatica” sia costata molto in termine di vite umane nel Paese. In 11 punti il piano di lavoro, che prevede anche un ruolo di garante per la trasparenza e la responsabilità in tema di iniziative ambientali. 

Dhaka (AsiaNews) - “Abbiamo sfruttato sin troppo le risorse della terra, senza prendercene cura” ma proseguendo di questo passo “l’umanità sarà distrutta”. È un richiamo ad una inversione di rotta, e all’assunzione di responsabilità, quello lanciato dall’arcivescovo di Dhaka mons. Bejoy N D’Cruze durante la presentazione della neonata organizzazione Dhoritri Rokhhay Amra (Dhora, “Noi proteggiamo il mondo” in lingua locale).  L’incontro si è tenuto l’11 gennaio scorso nella capitale del Bangladesh, uno dei Paesi più colpiti da cambiamenti climatici, inquinamento e sviluppo incontrollato dell’industrializzazione di tutto il continente. E teatro ogni anno di episodi climatici estremi e disastri naturali, a partire dalle inondazioni, a fronte di iniziative e programmi governativi insufficienti per la portata dell’emergenza.

Nel suo intervento il prelato ha ricordato gli insegnamenti della Chiesa cattolica e l’impegno personale di papa Francesco in tema di ambiente, di cura e di tutela della “casa comune” come definisce la terra, oltre all’enciclica “Laudato Sì”. Ad AsiaNews mons. D’Cruze ricorda come negli ultimi decenni il Bangladesh ha subito diversi stravolgimenti in materia ambientale e nel Paese si è andata formando una “emergenza climatica ed ecologica” con perdita di vite umane, danni all’ecosistema, sfollamenti di intere popolazioni. A questo si aggiunge l’innalzamento dei mari, cicloni sempre più devastanti, salinizzazione e inondazioni. Scienziati e ricercatori hanno stimato di recente che i fenomeni hanno causato lo sfollamento di oltre 10 milioni di cittadini, rendendo il Paese il bastione dei maggiori rifugiati climatici interni a breve termine.

Sharif Jamil, coordinatore di Waterkeepers Bangladesh e membro della segreteria di Dhora, sottolinea che “i disastri ambientali e i cambiamenti climatici hanno causato danni in diverse parti del mondo. Le persone e le organizzazioni devono lavorare insieme per affrontare i problemi e, a questo scopo, abbiamo dato vita all’organizzazione”. La conferenza stampa è stata presieduta da Rasheda K Chowdhury, accademica ed ex consulente del governo ad interim. Intervenendo sul tema spiega come vi sia “bisogno di costruire una grande forza sociale” per affrontare “questa crisi. Da qui, il viaggio di Dhora” per operare con attivisti e ambientalisti di tutto il Bangladesh “per  proteggere i fiumi e l’ambiente”. La prominente attivista per i diritti umani Sultana Kamal ha quindi aggiunto che è “responsabilità del governo adempiere al suo dovere di protettore” dell’ambiente e delle risorse ma, a volte, si comporta come “un cattivo capo. Sta per nascere un nuovo esecutivo, speriamo che gli errori del passato non vengano ripetuti”.

Gli organizzatori dell’iniziativa spiegano che l’associazione si è data un piano di azione iniziale in 11 punti: tra questi, l’organizzazione di vari gruppi e organizzazioni che si occupano di ambiente per attività di promozione e sensibilizzazione; l’adozione di iniziative congiunte col governo e le parti interessate per mantenere la terra libera dall’inquinamento; formulazione e attuazione di politiche e leggi appropriate; la mobilitazione delle persone e delle comunità colpite; l’adeguata protezione dei loro interessi e il ruolo di garante per la trasparenza e la responsabilità. Una particolare attenzione verrà dedicata ai fiumi e corsi d’acqua. All’iniziativa hanno partecipato anche il cattolico Ajay A Mree, ex presidente del Joyenshahi Adivasi Unnayan Parishad, foresta di Modhupur; Sanjeeb Drong, segretario generale del Bangladesh Indigenous Forum; l’attivista per i diritti umani e l’ambiente p. Joseph Gomes, OMI.

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