10/03/2009, 00.00
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Dubai: tramontano i progetti faraonici e gli immigrati tornano a casa

La crisi economica colpisce soprattutto il mercato edilizio. Nel 2009 il 45% dei lavoratori del settore perderà il lavoro. Il Dubai Economic Council stanzia 10 miliardi di euro per far fronte alla crisi. Centinaia di auto abbandonate all’aeroporto di Dubai da stranieri in fuga dai debiti dopo aver perso il lavoro.
Dubai (AsiaNews/Agenzie) - Oltre il 50% dei cantieri di Dubai è destinato a subire ritardi o addirittura ad essere chiuso. I progetti di edilizia residenziale e commerciale il cui completamento era previsto tra l’anno in corso e il 2012 pagano la crisi globale. Il Dubai Economic Councilha annunciato lo stanziamento di 50 miliardi di dirham (oltre 10 miliardi di euro) per iniettare liquidità sul mercato che soffre la fuga dei capitali esteri. Pur non prevedendo tracolli come quelli delle altre economie mondiali, non si attende un 2009 facile.
 
I primi a pagare sono i lavoratori stranieri ad ogni livello. Per gli impiegati il licenziamento comporta la perdita automatica del visto e 30 giorni di tempo per trovare una nuova occupazione o lasciare il Paese. Debiti e mancati pagamenti sono punibili con il carcere e questo contribuisce a generare il panico tra i lavoratori immigrati.
 
Agli aeroporti è ormai abituale la scena di centinaia di macchine abbandonate nei parcheggi con le chiavi ancora inserite nel cruscotto e carte di credito sparpagliate sui sedili. Sono le auto di lavoratori di medio ed alto livello che hanno perso il lavoro e per evitare problemi con la giustizia fuggono dal Paese.
 
Le centinaia di tutte blu, soprattutto i lavoratori dei cantieri per i faraonici progetti edili, sono nella stessa situazioni degli immigrati impiegati in uffici e attività commerciali. Per essi, che guadagnando in media 900 dirham al mese (poco meno di 200 euro), è però maggiore la difficoltà a tornare nei Paesi di provenienza e la povertà è per molti l’unica prospettiva una volta tornati in patria.
 
I campi in cui vivono i lavoratori edili di Dubai registrano ormai decine di partenze quotidiane. Si calcola che nel 2009 almeno il 45% degli impiegati stranieri nel settore perderà il lavoro. Hayri Taban, vice responsabile del Bin Belaila Baytur labor camp che ospita circa 5300 persone, afferma che ogni giorno tornano a casa tra i 50 e 70 lavoratori. “Molte compagnie hanno chiuso le attività - spiega Taban - su cinque cantieri ne sono stati cancellati due e lo scorso mese abbiamo mandato via 1300 lavoratori”.
Il Bin Belaila Baytur labour camp ospita anche il personale impiegato nella costruzione delle Burj Dubai e Silver Tower, i due grattacieli più alti al mondo, un progetto del valore di 122 milioni di dollari. Tra i lavoratori buona parte provengono dall’India, il Paese con il più alto numero di immigrati negli Emirati dove quasi il 50% della popolazione è costituito da lavoratori stranieri.
Con la chiusura dei cantieri e il perdurare della crisi c’è chi prevede un vero e proprio esodo nei prossimi mesi. Secondo il giornale The Hindu l’ambasciata indiana negli Emirati avrebbe prenotato 20mila posti sui voli per l’India del prossimo mese.
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