10/06/2008, 00.00
BANGLADESH
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Dubbi sul prezzo della scarcerazione dell’ex premier Hasina

di Nozrul Islam
La leader della Awami League partirà per cure mediche negli Usa. La rivale Zia, anche lei detenuta per corruzione, non intende lasciare il Paese. Il governo ad interim baratta la scarcerazione delle ex primo ministro, con la sua immunità?
Dhaka (AsiaNews) – Cadono all’improvviso gli ostacoli che finora hanno impedito alle due protagoniste della politica bengalese, in carcere per corruzione, di essere liberate “per affrontare cure mediche” all’estero. Ieri il governo ad interim, sostenuto dai militari, ha annunciato il rilascio temporaneo di Sheikh Hasina Wajed, ex primo ministro dal ’96 al 2001. La donna, capo del partito d’opposizione Awami League (Al), ha da tempo gravi problemi all’udito. Potrà lasciare il Paese per curarsi negli Stati Uniti, ma i processi a suo carico andranno avanti. Ad annunciarlo è stato il procuratore pubblico, Sharfuddin Khan Mukul: verrà rilasciata secondo un'ordinanza amministrativa. L’altra leader, Khaleda Zia, guida del Partito nazionalista del Bangladesh (Bnp), rifiuta invece di partire, preferendo le strutture mediche nazionali.
 
Sorprende gli analisti la rapidità con cui gli impedimenti, per lo più procedurali, per dare il via libera alla scarcerazione, da tempo richiesta dai legali, siano scomparsi all’improvviso. Il destino delle “due signore” è una delle questioni su cui il governo provvisorio continua ad annaspare. Si pensava che “allontanandole” dalla scena si potevano “ripulire” i partiti dall’interno. Si auspicava, probabilmente, che le formazioni politiche non avrebbero più avuto la forza di organizzare una resistenza popolare; cosa che che invece pare ancora possibile.
 
Con molta probabilità tra le condizioni per la scarcerazione di Hasina e Zia, entrerà quella di garantire l’immunità in futuro a chi oggi ha il potere. Ci sarebbero numerosi appigli legali per processare gli attuali "advisor", che fin dall'inizio sono in situazione di extra costituzionalità, se non proprio di anticostituzionalità. E ora, quando vedono la fine della loro avventura, è evidente che cerchino di scongiurare l’eventualità di una detenzione.
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