Gemme e preziosi in Sri Lanka: un mercato sommerso da oltre un miliardo di dollari
Secondo i dati Cbsl nel 2024 le esportazioni dichiarate di pietre preziose sarebbero state inferiori ai 382 milioni di dollari. Ma il valore è di gran lunga superiore per esportazioni non contabilizzate e commerci clandestini. Le principali piazze di destinazione sono Hong Kong, Thailandia e Dubai. Per gli esperti è difficile intervenire perché i responsabili “godono di protezione politica”.
Colombo (AsiaNews) - Come emerso il 24 ottobre scorso in Parlamento, l’industria delle gemme e dei gioielli dello Sri Lanka è caratterizzata da un sommerso fatto di esportazioni non contabilizzate e traffici clandestini che superano i 300 miliardi di rupie (oltre un miliardo di dollari). Tuttavia, secondo i dati della Banca centrale del Paese asiatico (Cbsl) risulta che nel 2024 le esportazioni dichiarate di pietre preziose sarebbero state inferiori ai 382 milioni di dollari (pari a circa 115,895 miliardi di rupie). Un dato ancor più significativo se si considera che, in quel periodo, il dollaro Usa ha continuato a essere scambiato al di sotto delle 300 rupie e ha subito un’ulteriore diminuzione rispetto alla rupia nel 2025.
Le pietre preziose introdotte in modo irregolare in popolari mercati esteri come Hong Kong, Thailandia e Dubai e vendute a “prezzi esorbitanti” stanno a indicare un’uscita dai confini del Paese senza che siano dichiarate alla dogana e i proventi multimilionari non vengono rimessi all’interno. Inoltre, sebbene gli operatori del settore abbiano esercitato intense pressioni, talvolta coinvolgendo anche i politici, per ottenere enormi vantaggi fiscali e incentivi di vario tipo, negli ultimi decenni il settore ha registrato esportazioni non contabilizzate.
Gli studiosi ritengono che per porre rimedio al problema “tutte le esportazioni di gemme e gioielli debbano essere effettuate nell’ambito di un quadro giuridico adeguato”. Nel frattempo, la Sri Lanka Gem and Jewellery Association ha proposto l’importazione in esenzione doganale di pietre preziose lavorate e non lavorate, compresa l’importazione in esenzione doganale di “oro e altri metalli preziosi” da parte di banche, rivenditori selezionati e grandi produttori. Una scelta avanzata in considerazione del valore relativamente basso dei proventi mensili e annuali delle esportazioni di gemme e gioielli dell’isola.
Sebbene l’esportazione di gemme grezze - geuda, una varietà di corindone che si trova in Sri Lanka - non sia consentita, queste vengono inviate all’estero in modo irregolare. Gli esperti del settore Thushari Mendis e Ajantha Tennakoon, di base nell’Australia occidentale, spiegano ad AsiaNews che l’isola “è uno dei principali Paesi produttori”; essa vanta anche “la più alta densità di gemme e una destinazione globale per l'approvvigionamento di oltre 75 varietà di pietre preziose e semi-preziose, tra cui rubini, zaffiri, topazi e tormaline”.
La vendita di pietre preziose, tra cui gli zaffiri di Ceylon e i gioielli con i preziosi incastonati, frutta centinaia di migliaia di dollari sui mercati esteri, in particolare nelle aste. Due gioielli con zaffiri di Ceylon venduti separatamente dalla principale casa d’aste mondiale Sotheby’s hanno generato circa 344 milioni di rupie. Come indicato nei registri dell’istituto 19 dei gioielli con zaffiri più costosi (la maggior parte dei quali con zaffiri dello Sri Lanka) sono stati venduti per 12 milioni di dollari dal 2024, circa il 169% in più rispetto alla stima massima di 4,5 milioni di dollari, come dichiarato dalla stessa Sotheby’s. “Poiché lo Sri Lanka - concludono Thushari e Ajantha - non dispone di un quadro giuridico adeguato per monitorare e intraprendere azioni legali necessarie sui responsabili, soprattutto perché i più godono di protezione politica, la maggior parte del racket viene ignorata”.
Secondo Ratnapura Akalanka Gomes, Ramesh Satharasinghe e Ramzi Shihabdeen, commercianti di preziosi, “l’industria fornisce 75 tipi di pietre preziose tra cui rubini, padparadscha e pietre di luna, oltre agli zaffiri di Ceylon, dal prezzo elevato, dalla tonalità blu e dalla consistenza vellutata. In un settore in cui piccole pietre preziose vengono scambiate per milioni di dollari, le esportazioni di gemme, diamanti e gioielli nel 2024 hanno registrato un modesto importo di 381,9 milioni di dollari. Il valore - proseguono gli operatori del settore - è diminuito di oltre il 23% rispetto ai 500 milioni di dollari del 2023. Nel dicembre 2023, il dollaro statunitense era scambiato a 323,92 rupie e a marzo il tasso di cambio era sceso a circa 295 rupie. Queste cifre hanno distorto il valore reale delle esportazioni di pietre preziose in quel momento”.
Secondo gli accademici Nishan Galappathi e Samanthika Gamage, “quest’anno [a settembre], per la prima volta le autorità hanno acconsentito all'esportazione di pietre preziose grezze (pietre naturali, non tagliate e non lavorate) dallo Sri Lanka. La maggior parte delle imprese era interessata a vendere pietre grezze all’estero, poiché alcune di esse operano a livello globale. Questo decreto consentirà loro - concludono - di esportare pietre grezze e poi di venderle in altri Paesi”.
29/01/2025 17:27
02/03/2022 12:40





