19/11/2023, 13.37
VATICANO
Invia ad un amico

Giornata mondiale dei poveri, Papa: 'La povertà è uno scandalo'

Bergoglio durante la celebrazione in San Pietro: "Condividiamo il nostro pane". Ha chiesto di pensare ai "poveri invisibili", chiedendo di pregare perché ci si faccia prossimi a loro. Un pensiero alle popolazioni di Myanmar, Ucraina, Palestina e Israele: "La pace è possibile".

Città del Vaticano (AsiaNews) - C’è nel mondo una “immensa moltitudine di poveri”. L’ha affermato papa Francesco durante l’omelia della S. Messa celebrata questa mattina alle 10 nella basilica di S. Pietro in occasione della VII Giornata Mondiale dei Poveri, dal tema “Non distogliere lo sguardo dal povero” (Tb 4, 7). “La povertà è uno scandalo”, ha detto difronte agli oltre 5mila fedeli presenti. “Il messaggio del Vangelo (la parabola dei talenti, ndr) è chiaro: non sotterriamo i beni del Signore! Mettiamo in circolo la carità, condividiamo il nostro pane, moltiplichiamo l’amore!”.

Il pontefice, che questa domenica condivide il pranzo in Aula Paolo VI con le persone povere ospitate in Vaticano, ha chiesto di pensare alle tante povertà del nostro mondo, “materiali, culturali e spirituali”. Ma anche a quei “poveri diventati invisibili” a causa dell’indifferenza di “una società indaffarata e distratta”. E ancora: “Pensiamo a quanti sono oppressi, affaticati, emarginati, alle vittime delle guerre e a coloro che lasciano la loro terra rischiando la vita; a coloro che sono senza pane, senza lavoro e senza speranza”. Ecco che, in riferimento alla Parola odierna (Mt 25, 14-30) che racconta di un uomo che consegna i suoi beni ai suoi tre servi, il papa ha chiesto di pregare affinché, “secondo il dono ricevuto”, ciascuno si impegni in favore della carità, “ad essere vicino a qualche povero”.

Commentando durante l’omelia la parabola dei talenti papa Francesco si è soffermato su due percorsi: “il viaggio di Gesù e il viaggio della nostra vita”. Il primo rappresenta il “mistero stesso di Cristo”, “disceso dal seno del Padre per venire incontro all’umanità”. Dopo la vita terrena compie il “viaggio di ritorno presso il Padre”. Prima di partire Gesù ha consegnato agli uomini i suoi beni, un vero e proprio “capitale” da mettere a frutto, ha spiegato Francesco. A questo viaggio ne seguirà un altro: quello “che Gesù compirà alla fine dei tempi, quando tornerà nella gloria e ci vorrà incontrare di nuovo”. È importante chiedersi, allora: “Come ci troverà il Signore quando tornerà? Come mi presenterò all’appuntamento con Lui?”.

Il secondo viaggio riguarda il modo in cui l’uomo fa fruttare quel “capitale” ricevuto, che indica “l’amore del Signore, fondamento della nostra vita e forza del nostro cammino”, ha affermato il pontefice. Le vie da seguire sono due: “possiamo moltiplicare quanto abbiamo ricevuto, facendo della vita un’offerta d’amore per gli altri, oppure possiamo vivere bloccati da una falsa immagine di Dio e per paura nascondere sotto terra il tesoro che abbiamo ricevuto”. E quindi bisogna chiedersi: “Che ne faccio di un dono così grande lungo il viaggio della mia vita?”.

Al termine della celebrazione i fedeli si sono riversati in piazza San Pietro per assistere all’Angelus. Dopo aver concluso la recita della preghiera mariana il Santo Padre ha ricordato la beatificazione di ieri a Sevilla di Manuel Gonzalés-Serna Rodríguez, “sacerdote diocesano”, e i 19 compagni, “uccisi nel 1936 nel clima di persecuzione religiosa nella guerra civile spagnola”, ha spiegato. “Il loro esempio conforti i tanti cristiani che nel nostro tempo sono discriminati per la fede”. È seguito un lungo applauso. 

Ha poi espresso la sua vicinanza alla popolazione del Myanmar, “che purtroppo continua a soffrire a causa di violenze e soprusi”. Chiedendo di pregare “perché non si scoraggi e confidi sempre nell’aiuto del Signore”. Ricordando poi anche le popolazioni di Palestina e Israele che pagano le conseguenze del conflitto in corso in Terra Santa iniziato lo scorso 7 ottobre. “La pace è possibile!”, ha ripetuto due volte. “Ci vuole buona volontà. Non rassegniamoci alla guerra. E non dimentichiamoci che la guerra è sempre, sempre, una sconfitta. Soltanto guadagnano i fabbricatori delle armi”, ha continuato.

E non è mancato nemmeno un pensiero rivolto alla “martoriata Ucraina”. “Vedo le bandiere qui”, ha affermato Bergoglio dalla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico, indicando la piazza. “Continuiamo a pregare”, ha chiesto.

TAGs
Invia ad un amico
Visualizza per la stampa
CLOSE X
Vedi anche
Papa: la Giornata mondiale ‘monito’ per ascoltare il ‘grido di dolore’ dei poveri
13/11/2022 12:30
Papa a Cuba: “le famiglie non sono un problema”, sono un’opportunità da curare, proteggere, accompagnare
22/09/2015
Papa: ‘dolore’ per la distruzione della chiesa di Nostra Signora dell’Assunzione in Myanmar
22/01/2023 12:42
Papa: Stando con i poveri, impariamo i gusti di Gesù, comprendiamo cosa resta e cosa passa
17/11/2019 10:47
Papa: l’insensatezza della guerra genera povertà
14/06/2022 14:58


Iscriviti alle newsletter

Iscriviti alle newsletter di Asia News o modifica le tue preferenze

ISCRIVITI ORA
“L’Asia: ecco il nostro comune compito per il terzo millennio!” - Giovanni Paolo II, da “Alzatevi, andiamo”