29/09/2008, 00.00
SRI LANKA
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Giustizia e Pace accusa: il governo impedisce gli aiuti alimentari a 150mila sfollati

di Melani Manel Perera
La Commissione denuncia che i profughi di Wanni sono abbandonati a loro stessi, senza ripari e con scarso cibo. Non possono chiedere protezione né ai ribelli, né all’esercito. Una veglia di preghiera di solidarietà e la richiesta di intervenire subito, prima che sia tardi.

Colombo (AsiaNews) – Centinaia di sacerdoti, suore e laici di vari gruppi hanno partecipato alla veglia di preghiera ecumenica del 24 settembre, organizzata dal Movimento di solidarietà cristiana, per dare una risposta cristiana alla crisi umanitaria a Wanni, tenuta presso la cattedrale di Bauddhaloka Mawatha (Colombo). La Commissione Giustizia e Pace della diocesi di Jaffna ha denunciato il totale abbandono degli oltre 150mila profughi della zona, dopo che tutti gli enti umanitari di aiuto hanno lasciato la zona.

“Anche se il governo dice ai media che ci sono interventi speciali per aiutare [i profughi] – denuncia la Commissione in un documento – di fatto non ci sono aiuti alimentari. Il ministro della Difesa ha fermato alla barriera di Omantai tutte le spedizioni di cibo. Venti autocarri di cibo sono stati mandati indietro perché privi dell’autorizzazione del ministro per la Difesa”. I profughi sono privi di tutto, perché “quando sono fuggiti d’improvviso, hanno lasciato nelle abitazioni anche le loro riserve di cibo”.

Mancano di cibo, medicine e vestiti e, privi di riparo stabile, dormono lungo le strade e sotto gli alberi. Né possono andare altrove, presi in mezzo alla guerra tra ribelli Tigri Tamil ed esercito. “Vivono come in una prigione all’aperto”, ha osservato un partecipante alla veglia.

Nella zona un chilogrammo di zucchero costa circa 1.000 rupie, circa 10 dollari. Il cibo è usato come mezzo di pressione sulla popolazione. Ma non è nemmeno sicuro andare nelle zone controllate dall’esercito, perché è già successo che molti giovani e uomini “scompaiano”, magari perché ritenuti fiancheggiatori o potenziali aderenti al movimento ribelle.

Padre Rohan Silva commenta: “E' terribile che i gruppi umanitari non possano raggiungere queste vittime”.

Hanno partecipato alla veglia anche padre Sarath Iddamalgoda e l’anglicano rev. S. Sathiviel, chiedendo impegni concreti a tutti i partecipanti.

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