15/07/2011, 00.00
KAZAKISTAN
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Il boom del cinema kazako, a servizio del potere statale

Epica, amore e bellezze naturali per promuovere patriottismo in casa e un’immagine positiva del Paese all’estero. Prove d'uso del "soft power" di Astana.
Astana (AsiaNews) – Eroismo in chiave patriottica, epica e storie d’amore, tutto sullo sfondo di scenari naturali mozzafiato. Sono gli elementi alla base della rinata industria cinematografica kazaka, che il governo dell’ex Repubblica sovietica sta provando a utilizzare per cementare l’identità nazionale e promuovere un’immagine più positiva del Paese all’estero.

Ne è un esempio l’ultima ambiziosa produzione, "Myn Bala" ("Mille bambini"), di cui si stanno girando gli ultimi ciak sui monti Tian Shan. Firmato dal regista Akhan Satayev, la pellicola è prodotta dalla statale Kazakhfilm con un budget di 7 milioni di dollari: briciole, rispetto alle produzioni hollywoodiane, ma cifra consistente per gli standard locali. Il film narra le gesta dell’eroe Sartay che con il suo esercito di adolescenti sconfigge i predatori dell’etnia zungari nel 1729. A conferma che l’operazione va oltre il puro intrattenimento, il film uscirà nelle sale il 16 dicembre, 20mo anniversario dell’Indipendenza.

“Il cinema kazako ha trovato il suo posto al sole”, ha commentato di recente il presidente della Kazakhfilm Yermek Amanshayev. L’ultimo decennio ha visto un consistente aumento della produzione cinematografica nazionale, passata da un solo film del 2001 ai 22 previsti per il 2011. Si tratta del primi record dagli anni ’90, quando il cinema locale ha vissuto il suo apice con il genere conosciuto come Nuova ondata kazaka.

Ma i film di epoca sovietica, spiega il cineasta Rustem Abdrashov, “contenevano il punto di vista della propaganda di regime; ora il tentativo è ristabilire una verità di cui non si è parlato molto a quel tempo”. Il messaggio patriottico è destinato soprattutto alle nuove generazioni “in modo che conoscano e apprezzino il costo che i nostri antenati hanno pagato per la libertà”, spiega Satayev a Eurasia.net.

La rinascita del cinema kazako fa parte di una più vasta campagna di pubbliche relazioni con cui Astana sta cercando di ripulire la sua immagine a livello internazionale, intaccata – a detta delle istituzioni – da film di successo come "Borat "(2006), in cui il Paese centroasiatico viene ritratto come arretrato e corrotto. I registi kazaki negano di prestarsi alla propaganda dell’amministrazione Nazarbayev e di sostengono di fare semplicemente arte. Ma poi ammettono, come Satayev: “Vogliamo che il pubblico all’estero conosca il nostro Paese da un punto di vista positivo”. (N.A.)
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