23/09/2008, 00.00
VIETNAM
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Il card. Pham Minh Man denuncia le manipolazioni della stampa di Hanoi

di J.B. An Dang
Il porporato chiede di pregare perché cessi la violenza e riprenda il dialogo per la giustizia, ma evidenzia la voluta distorsione delle parole dell’arcivescovo della capitale.
Hanoi (AsiaNews) – Disinformazione, arresti e violenze che si stanno consumando contro i cattolici di Hanoi stanno ottenendo l’effetto di dimostrare la comunione che unisce la Chiesa vietnamita. Tutte le diocesi del nord l’hanno manifestata a più riprese, anche con la presenza fisica di una decina di vescovi alle veglie di preghiera di fronte alla ex delegazione apostolica ed alla parrocchia di Thai Ha, i terreni delle quali sono al centro della controversia con il Comitato popolare (il municipio) della capitale. Ma numerose “lettere di comunione” sono arrivate anche dal sud ed ora è intervenuto anche l’arcivescovo di Ho Chi Minh City, il cardinale Jean Baptiste Pham Minh Man.
 
Ai cattolici di quella che un tempo si chiamava Saigon e che continua ad essere la più grande città del Paese, il cardinale ha fatto leggere la lettera con la quale l’arcivescovo di Hanoi, mons. Joseph Ngo Quang Kiet, denuncia la manipolazione che i media statali fanno delle sue dichiarazioni. Il porporato ha anche scritto una sua lettera per chiedere di pregare perché la violenza sia abbandonata e riprenda il dialogo per la giustizia.
 
E siamo alla vigilia di una riunione della Conferenza episcopale, convocata a Xuan Loc per questa settimana, ben prima degli ultimi sviluppi della situazione.
 
Nella sua lettera, che porta la data di ieri, 22 settembre, il cardinale denuncia che “numerosi organi di informazione controllati dallo Stato, nel riferire le dichiarazioni dell’arcivescovo di Hanoi in occasione di un incontro con il Comitato del popolo di Hanoi, avvenuto il 20 settembre, hanno citato le sue affermazioni fuori dal contesto, interpretandole in senso opposto”. Il riferimento è ad una frase di mons. Ngo Quang Kiet, che testualmente ha detto: “ viaggiando spesso all’estero, ci sentiamo umiliati ad avere un passaporto vietnamita, perché dovunque andiamo veniamo sempre esaminati minuziosamente. Siamo davvero intristiti. Vorremmo che il nostro Paese divenisse più forte, così noi potremmo fare come i cittadini giapponesi che passano dappertutto senza subire controlli. Anche i coreani godono di simile trattamento. Speriamo che il Vietnam diventi un Paese forte e unito, in modo che noi siamo rispettati ovunque andiamo”. Ma i media controllati dallo Stato hanno riportato solo la parte “ci sentiamo umiliati ad avere un passaporto vietnamita” e hanno chiamato in causa il suo patriottismo. Evidente l’obiettivo di alienargli la solidarietà dell’opinione pubblica nella controversia sul complesso della ex delegazione apostolica.
 
Ad Hanoi, l’arcivescovado ha ricordato che le dichiarazioni dell’arcivescovo erano interamente registrate, per cui ha chiesto le scuse della televisione di Stato per l’evidente manipolazione e la fine di quella che è una vera campagna di disinformazone. Nei giorni scorsi, infatti, per trovare cattolici che contestassero le pacifiche manifestazioni dei fedeli alla ex nunziatura ed a Thai Ha, la televisione si è fatta scoprire a pagare un poveraccio perché si dicesse cristiano, un giudice ha smentito un quotidiano che gli ha attribuito frasi mai dette, un sacerdote ha negato di essere mai stato intervistato, una trasmissione televisiva ha presentato come preti due uomini che non lo sono e non lo sono mai stati e un giornale ha pubblicato le dichiarazioni di un cattolico vero, ma morto qualche anno fa.
 
Di pari passo ci sono stati intimidazioni, arresti e raid di picchiatori sotto gli occhi della polizia. 
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