08/06/2023, 08.25
TURKMENISTAN
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Il dissenso dei "Quaderni turkmeni"

di Vladimir Rozanskij

In un sito internet la storia del “pensiero alternativo” del Turkmenistan, sconosciuta alla generazione cresciuta sotto il dominio dell’ideologia del Ruhnama, il il cosiddetto “testo-guida” scritto dal primo presidente Nijazov. Saranno finalmente disponibili le pubblicazioni degli oppositori, compresi i testi del “samizdat” di epoca sovietica e le relazioni sul Paese delle organizzazioni internazionali.

Ašgabat (AsiaNews) - Il 5 giugno è stato inaugurato il sito dei “Quaderni turkmeni”, Turkmenskye Tetradi, dedicato alla storia del “pensiero alternativo” del Turkmenistan. Il progetto è stato realizzato dagli attivisti civili e umanitari turkmeni oggi residenti in diversi Paesi del mondo, compresi alcuni ancora viventi in Turkmenistan.

Gli autori del portale spiegano che il rigido isolamento dal mondo esterno del Paese, deciso fin dal primo presidente post-sovietico Saparmurat Nijazov, e la repressione di ogni forma di dissenso, hanno portato alla dispersione e alla dimenticanza dell’eredità dell’opposizione intellettuale al potere installatosi ad Ašgabat. Ecco allora la necessità di raccogliere quanto si poteva ricostruire.

La generazione dei turkmeni di oggi, molti dei quali intendono partecipare al movimento per la rinascita della società civile, è vissuta sotto il dominio dell’ideologia del Ruhnama, il  “Libro dell’Anima” scritto da Nijazov, il cosiddetto “testo-guida” del popolo turkmeno. Nell’introduzione offre “la sintesi delle storiche conquiste dell’intelletto, dei costumi, tradizioni, desideri e intenzioni del nostro popolo, del suo illustre passato e del luminoso futuro… una parte del Ruhnama è il Cielo, l’altra è la Terra!”.

Come ricorda uno dei deputati dell’ultimo Soviet Supremo del Turkmenistan, ai tempi di Gorbačëv, Khalmurad Sojunov, che oggi vive in Svezia, in una delle testimonianze riportate dal sito: “La perestrojka era una grande novità per tutti i popoli sovietici, dopo la serie di decrepiti segretari e capi del partito, e tutti cercavamo di estrarre dal nostro sangue l’essenza dello schiavo, goccia dopo goccia, per creare una società nuova”.

Venne creato in quegli anni il Consiglio dei militari-internazionalisti del Turkmenistan, per superare il trauma della guerra in Afghanistan, cercando di riformare la politica del Paese nel passaggio dall’imperialismo sovietico all’indipendenza, ma prevalsero le forze legate al passato. Come ricorda lo scrittore e giornalista turkmeno Ak Velsapar, “la nostra libertà d’espressione durò per meno di un anno”; a febbraio del 1991, due mesi dopo la fine dell’Urss, il nuovo presidente Nijazov ripristinò la censura di Stato.

I giovani non sanno nulla della contrapposizione al regime vigente negli ultimi 32 anni di indipendenza. Molti materiali dei dissidenti dei primi anni si sono persi o si trovano in raccolte private, e non sono accessibili agli attivisti di oggi, ai giornalisti e agli esperti. Il sito è stato reso possibile dalla disponibilità della piattaforma statunitense Crude Accountability, ed è suddiviso nelle sezioni di “Attualità”, “Biblioteca”, “Analitica”, “Interviste/Memorie”, “Progetti speciali” e “Tribuna”.

Saranno finalmente disponibili le pubblicazioni degli oppositori turkmeni, compresi i testi del “samizdat” di epoca sovietica e le edizioni nell’emigrazione, che hanno cominciato a essere pubblicate in cartaceo agli inizi degli anni ’90. Verranno caricate sul sito anche le relazioni delle organizzazioni internazionali sul Turkmenistan e i libri degli autori turkmeni, le edizioni scientifiche straniere di etnografia, storia e cultura del popolo turkmeno, interviste con figure importanti della vita sociale e politica del Paese, e ricerche su tematiche specifiche.

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