02/10/2009, 00.00
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Il papa prega per le vittime del terremoto in Indonesia, la Chiesa continua l'opera di aiuti

In Vietnam la Conferenza episcopale ha avviato una raccolta fondi. I vescovi filippini devolvono le offerte agli sfollati; prime evacuazioni per l’arrivo di Parma. Missionario saveriano racconta ad AsiaNews l’emergenza a Sumatra case e scuole crollate, l’ospedale cattolico lavora a triplo regime nonostante i danni ingenti.
Padang (AsiaNews) – Il Papa prega per le vittime del terremoto in Indonesia e incoraggia l’opera dei soccorritori e di quanti sono impegnati nelle operazioni di assistenza alle vittime del disastro. È quanto si legge in un telegramma a firma del card. Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano, in cui Benedetto XVI invoca la “pace eterna” per le vittime e la “consolazione per quanti soffrono”. Intanto continua l’emergenza nel Sud-est asiatico, colpito dal terremoto che ha devastato diverse aree nel West Sumatra e dal passaggio del tifone Ketsana, abbattuto sulle Filippine, in Cambogia, nel Laos e in Vietnam. La Chiesa cattolica ha avviato una serie di iniziative in aiuto alla popolazione, fra cui raccolte fondi e invio di generi di prima necessità. Manila, nel frattempo, lancia un nuovo allarme per l’arrivo del tifone Parma, previsto per le prossime ore; le autorità hanno già predisposto l’evacuazione delle popolazioni delle isole Camarines, nella zona orientale dell’arcipelago.
 
In Vietnam, segnato dal passaggio del tifone Ketsana che ha causato più di 100 morti, la Conferenza episcopale ha lanciato un appello per le vittime e le “centinaia di migliaia di persone” che potrebbero rimanere senza cibo. I cattolici vietnamiti hanno messo a disposizione santuari e luoghi di culto per alloggiare i senzatetto, tra cui “monaci e monache buddisti scacciati dal loro tempio in seguito a un raid della polizia”. La parrocchia di Thanh Duc, a Danang, accoglie i rifugiati nelle aule in cui si svolge il catechismo, offrendo loro cibo e ripari.
 
Anche la Caritas del Vietnam ha stanziato un primo pacchetto di aiuti per gli sfollati, inviando circa 6 mila dollari all’arcidiocesi di Hue e alle diocesi di Da Nang e Kon Tum, fra le aree più colpite dal passaggio del tifone. Il denaro viene utilizzato per acquistare cibo e generi di prima necessità. Mons. Pierre Nguyen Van Nhon, vescovo di Da Lat e presidente della Conferenza episcopale, chiede “preghiere e aiuti per le vittime”. Il prelato ha inoltre inviato un messaggio di cordoglio a mons. Angel Lagdameo, presidente dei vescovi filippini, manifestando “la solidarietà e il sostegno” della Chiesa sorella.
 
In Indonesia è lotta contro il tempo per salvare la vita di migliaia di persone sepolte vive sotto le macerie; ad oggi si contano 1100 morti e circa 2400 feriti. A Padang, epicentro “naturale” dei terremoti perché localizzata “nell’anello di fuoco”, la situazione è disperata. Padre Fernando Abis, missionario saveriano di origini italiane, racconta ad AsiaNews il “crollo di una scuola” all’interno della quale “vi erano 50 ragazzi”. Le operazioni di soccorso sono ostacolate dalle macerie, che nemmeno i mezzi pesanti riescono a rimuovere. “È crollato un hotel – continua il missionario – che ospitava due sale convegni, gremite al momento del sisma. Almeno 200 persone sono tuttora disperse”.
 
P. Abis spiega che “solo le squadre di emergenza sono autorizzate a intervenire”, i civili vengono tenuti lontano per non creare ulteriore confusione. Nel frattempo è scattata la gara di solidarietà fra cristiani e musulmani, senza distinzioni: “Ciascuno cerca di ospitare – aggiunge – quanti hanno perso la casa e ora non hanno un tetto sotto il quale ripararsi. L’ospedale avviato dalla Chiesa cattolica ha subito moltissimi danni, ma continua a operare al triplo del regime. Nonostante le difficoltà cerchiamo di rispondere a tutte le richieste: metà dei medici sono cattolici, l’altra metà musulmani, si lavora fianco a fianco per aiutare la popolazione. Il centro è diretto da padre Laruffa che, nonostante gli 80 anni e un by-pass, si sta prodigando in modo instancabile per accogliere i feriti”.
 
Il lavoro della Chiesa non si ferma però “all’emergenza”, ma è già rivolta al futuro, alla ricostruzione, al tentativo di garantire un ritorno alla quotidianità. “Cerchiamo – sottolinea p. Abis ad AsiaNews – tende da 20 posti per poter svolgere regolarmente le lezioni, i ragazzi devono continuare a studiare. Il 30% delle persone ha la casa distrutta, tra qualche giorno le scorte di cibo finiranno, ma la risposta fornita da governo è stata immediata”.
 
Jakarta ha stanziato 100 miliardi di rupie (circa 6,3 milioni di euro) in aiuti per le vittime. Il presidente Susilo Bambang Yudhoyono parla di “situazione di emergenza” alla quale bisogna rispondere con “puntualità e velocità”. Egli lancia anche un avvertimento perché non accadano episodi di “razzie o atti di sciacallaggio”, anche da parte degli stessi soccorritori.
 
Le Filippine, intanto, ancora segnate dal passaggio del tifone Ketsana, si preparano all’arrivo di Parma, una tempesta tropicale che – a detta degli esperti – potrebbe avere una portata ancora più devastante. Le autorità hanno avviato le operazioni di evacuazione per le popolazioni delle isole Camarines.
 
Manila annuncia danni per 50 milioni di dollari Usa, colpite 1,9 milioni di persone, 375 mila delle quali hanno dovuto abbandonare le abitazioni; i rifugiati sono al momento ospitati in centri di accoglienza predisposti dal governo. Numerosi prelati hanno avviato campagne di raccolte fondi, generi di prima necessità, cibo e aiuti per le vittime. Le offerte raccolte durante le funzioni religiose serviranno a sostenere i programmi di aiuto per la popolazione. A questi si aggiungeranno i 3 milioni di dollari stanziati dalla Banca asiatica per lo sviluppo (Adb), che serviranno per acquistare medicinali, acqua potabile e generi di prima necessità.  
 
(Hanno collaborato Mathias Hariyadi, J.B. An Dang e Santosh Digal)
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