12/09/2008, 00.00
FILIPPINE
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Il presidente filippino rinnova l'impegno a favore della vita

di Santosh Digal
La Arroyo, cattolica e madre di tre figli, conferma il no alla conversione in legge del Reproductive Health, appoggiando la linea dura espressa dalla Conferenza episcopale del Paese. I vescovi hanno lanciato una campagna di raccolta firme contro la legge “pro-aborto”.

Manila (AsiaNews) – La presidente filippina Gloria Macapagal Arroyo ha ribadito il sostegno alla Chiesa nella promozione di metodi di pianificazione familiare naturali, come già aveva detto lo scorso luglio durante il discorso alla nazione. La Arroyo – cattolica praticante e madre di tre figli – non cede alle pressioni di una parte del Parlamento e conferma il proprio no al Reproductive Health (RH), appoggiando la linea della Conferenza episcopale filippina che ha di recente avviato una raccolta firme nel Paese per bloccare l’approvazione della proposta di legge.

Ieri il ministro della Sanità Francisco T. Duque III ha confermato che è intenzione dell’esecutivo promuovere – anche a livello economico – i metodi di pianificazione familiare naturali, smentendo al contempo che siano stati “stanziati ulteriori fondi per applicare il programma previsto dal RH”, mentre sarà il Parlamento a “mettere in campo il budget necessario” nel caso in cui decida di “ratificare la legge”.

Il dipartimento di Sanità filippino (DoH) ha avviato una serie di programmi a tutela della maternità e della salute dei neonati, la prevenzione dei tumori per le donne, lo sviluppo del bambino, metodi di pianificazione familiare naturali, norme contro la violenza sulle donne e i minori e un programma di prevenzione per le malattie a trasmissione sessuale. Provvedimenti che non bastano a chiudere la polemica sorta attorno al Reproductive Health (RH), colpevole secondo i vescovi di legalizzare l’aborto, diffondere l’uso di contraccettivi (dal preservativo alla pillola e la spirale intrauterina) per il controllo artificiale delle nascite e una “visione distorta” dell’educazione sessuale. I promotori della RH continuano il lavoro in Parlamento per trovare nuovi appoggi e trasformare la proposta in legge, mentre la Chiesa ha avviato una raccolta firme in tutto il Paese per chiederne la bocciatura.

P. Melvin Castro, della Commissione episcopale per la famiglia e la vita, segnala che la campagna di sensibilizzazione è partita nel mese di luglio, ma solo nell’ultima settimana si è estesa in tutto il territorio nazionale. In pochi giorni sono state raccolte oltre “centomila firme”, ma l’obiettivo è toccare almeno quota due milioni per poi presentare le sottoscrizioni al Parlamento. La campagna è nata su indicazione di mons. Paciano Aniceto, arcivescovo di San Fernando e capo della Commissione episcopale per la famiglia e la vita, il quale ribadisce che è necessario combattere la “cultura della morte e degli interessi economici: alla base della proposta di legge vi è solo una logica legata al business, agli affari e al commercio”.

 

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