21/02/2006, 00.00
India
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India, gli insegnanti cercano nelle scuole persone da sterilizzare

di Nirmala Carvalho

L'obbligo è stato stabilito da un magistrato distrettuale dell'Uttar Pradesh. Il segretario della Conferenza episcopale dice ad AsiaNews:"Decisione contraria alla legge divina ed alla morale, va fermata con urgenza per il bene della nazione stessa".

Allahabad (AsiaNews) –Gli insegnanti delle scuole pubbliche indiane sono costretti a promuovere la sterilizzazione fra gli studenti e le loro famiglie. E' quanto accade nello Stato settentrionale dell'Uttar Pradesh, dove la sentenza di un magistrato distrettuale ordina agli insegnanti, ai funzionari pubblici ed ai capi-villaggio di raggiungere una quota fissa di "nuovi sterilizzati" entro il 31 marzo, pena il licenziamento, la sospensione o la rimozione dalla carica.

La Chiesa cattolica "condanna con forza questo capillare programma di sterilizzazione, contrario alle leggi divine ed alla morale, che deve essere fermato con urgenza per il bene stesso della nazione". E' il commento sulla vicenda fatto ad AsiaNews da mons. Stanislaus Fernandes, segretario generale della Conferenza episcopale indiana (Cbci), che attacca la sentenza "inaccettabile e contraria alla legge divina" emessa dal giudice Amrit Abhijat.

Gli insegnanti, dal canto loro, si dicono "scioccati" da questo nuovo "incarico". "Siamo trattati come manovali – dice Ravi Prasad Chaurasia , insegnante di scuola elementare – perchè ogni volta che il governo ha un incarico del genere lo affida a noi. Cosa dobbiamo fare? Insegnare ai nostri alunni o convincerli a portare i loro genitori nei campi medici, per la sterilizzazione? E' una cosa vergognosa".

Per gli impiegati di terza classe del Dipartimento medico e sanitario, la sentenza ha fissato il limite minimo da raggiungere, per la stessa atrocità, in dieci persone, mentre per i capi-villaggio del distretto i numero non sono stati resi pubblici anche se è noto che, grazie alla loro autorità, hanno già iniziato a mietere vittime. Ramashanker Pandey, capo del villaggio di Pathartaal, dice con orgoglio: "I Distretti sanitari non possono convincere alcuna donna alla sterilizzazione. Io da solo ne ho portate 90, ma – ammette con delusione – non vi sono abbastanza medici per operarle tutte".

Interrogato dalla stampa locale, il magistrato sostiene che è "necessario far divenire un successo il programma di pianificazione familiare" ed ammette di "mettere la realizzazione del programma sopra ogni cosa, perché la causa di tutti i mali della popolazione è la crescita demografica. Dobbiamo trattare questa sfida come prioritaria".

"L'ordine emesso dal magistrato Abhijat – commenta ad AsiaNews p. Babu Joseph, portavoce e direttore del servizio Comunicazione della Cbci – non può fare altro che scioccare ogni indiano. Prima di tutto, perché coinvolge persone che dovrebbero educare i giovani ed in secondo luogo perché la pianificazione familiare riguarda il Dipartimento sanitario e non la magistratura".

"La Chiesa – sottolinea – non può accettare una pratica barbara come la sterilizzazione, ma indica nei metodi naturali di pianificazione familiare l'unica via per una crescita demografica responsabile. Dicendo questo, la Chiesa vuole soprattutto salvaguardare la dignità e l'onore di ogni essere umano, capace di assumere decisioni responsabili in ogni campo che lo riguardi, compresa la sua famiglia".

"Questa sentenza – aggiunge John Dayal, presidente dell'All India Catholic Union – è il prodotto della follia che nasce dal voler trasformare gli obiettivi sociali in traguardi da raggiungere. Ci tengo a ricordare che l'ultima volta che vennero intraprese misure del genere, durante lo stato di emergenza proclamato nel 1975, i risultati furono disastrosi non solo per il programma di pianificazione familiare, ma per la nazione stessa".

"In ogni democrazia – conclude – la dimensione familiare è una scelta personale e la sua limitazione una misura volontaria. L'educazione, l'economia e la responsabilità sociale servono per dare un metro di giudizio alla popolazione, non per altro. Nelle mani di una dittatura, questi divengono invece strumenti con cui si minacciano i diritti umani e civili e spesso i più colpiti sono i poveri".

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