27/11/2015, 00.00
INDONESIA
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Jakarta promette politiche sociali e di integrazione a favore dei disabili

di Mathias Hariyadi
Non vedenti, persone con difficoltà motorie, figli non registrati e privati dei diritti civili. Sono molte le categorie a rischio, che oggi mancano di una tutela efficace. Un convegno nella capitale, alla presenza del ministro, ha affrontato i problemi e studiato soluzioni volte a favorire l’integrazione. Preoccupa l’aumento del consumo di alcol fra i giovani.

Jakarta (AsiaNews) – Disabili, non vedenti, persone con difficoltà motorie e figli nati e mai registrati all’anagrafe civile; e ancora, lavoratori migranti senza diritti e persone relegate ai margini della società. Sono molti i problemi che si trova ad affrontare oggi l’Indonesia, in particolare le fasce più deboli della popolazione, e di loro si è parlato in un convegno tenuto lo scorso 25 novembre a Central Jakarta, in occasione della conferenza nazionale sulle Human Right Cities.  All’evento ha partecipato anche il ministro per gli Affari sociali Khofifah Indar Parawansa, il quale ha lanciato l’allarme per una nuova forma di cecità, diffusa soprattutto fra i giovani, causata dal consumo eccessivo di alcol all’interno di bevande prodotte in modo artigianale.

Secondo quanto riferisce il ministro, negli ultimi tempi si sono moltiplicati i casi di persone che mischiano sostanze alcoliche con bevande energizzanti o drink leggeri, con effetti devastanti; in alcuni casi la formazione di metanolo nel sangue porta a edemi retinici, che se non curati con prontezza sono causa di cecità permanente.

L’ultimo episodio è avvenuto nei giorni scorsi a Jakarta, quando un giovane è stato rinvenuto vivo ma privo di vista (un danno permanente, secondo i medici) a causa del consumo elevato di alcol. Questi giovani  si vanno così ad aggiungere agli oltre 2,8 milioni di persone non vedenti, già presenti sul territorio nazionale e verso i quali mancano politiche di assistenza e di sviluppo della persona mirate, per affrontare e vincere la disabilità.

Vi sono poi persone che hanno problemi fisici dalla nascita, e che fin dalla prima infanzia sperimentano emarginazione e solitudine, alle volte persino all’interno della stessa famiglia. Durante la giornata di convegno i presenti hanno ascoltato la testimonianza di Gufron Sakiril, che ha descritto i molti episodi di emarginazione e isolamento che ha vissuto perché una delle sue mani non è “completamente sviluppa” dalla nascita.

E ancora, casi di bambini che nascono all’interno di coppie che non sono sposate o la cui unione non è riconosciuta nello stato civile, e per questo non hanno diritto a documenti di identità. Un caso evidente è rappresentato da un distretto della provincia di East Nusa Tenggara (NTT), in cui l’85% dei nuovi nati non è registrato. Questo avviene perché, nella maggior parte dei casi, il matrimonio comporta una spesa eccessiva che i due aspiranti coniugi non sono in grado di affrontare. E, di conseguenza, gli eventuali figli restano privi di riconoscimento e non possono usufruire di servizi di base quali educazione e sanità.

Un caso molto simile riguarda i lavoratori migranti, che restano legati al villaggio di origine e nella città di residenza, dove lavorano, non sono riconosciuti e non possono far valere i loro diritti. Ecco perché il ministro Khofifah Indar Parawansa ha promesso, a conclusione dell’incontro, che il suo dicastero è impegnato nella promozione di politiche che possano favorire l’integrazione di queste persone. “Questo obiettivo – ha concluso la donna – è una delle mie priorità”.

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